Efficienza energetica, stato dell’Unione: Italia troppo dipendente dai fossili

18, Set 2024 | Efficienza energetica, NEWS DAL MONDO SUNCITY

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Efficienza energetica, gli sforzi dell’UE verso il conseguimento degli obiettivi dell’Unione dell’energia vanno intensificati. È quanto emerge dalla relazione sullo Stato dell’Unione dell’Energia che descrive il modo in cui l’UE ha perseguito la transizione verso l’energia pulita.

Seppur siano stati compiuti progressi significativi in materia di energie rinnovabili (nel primo semestre del 2024, le energie rinnovabili hanno generato il 50 % dell’energia elettrica nell’UE) la relazione afferma come gli sforzi in materia di efficienza energetica dovranno essere ulteriormente intensificati affinché l’UE raggiunga l’obiettivo di riduzione del consumo finale di energia dell’11,7 % entro il 2030. “Sono necessari ulteriori miglioramenti, non da ultimo per quanto riguarda l’elettrificazione generale degli impianti di riscaldamento e il tasso di ristrutturazione degli edifici. Sono necessari maggiori sforzi per far fronte al rincaro dei prezzi dell’energiaCiò è fondamentale per migliorare la competitività dell’industria dell’UE e accelerare gli investimenti nelle reti infrastrutturali integrate europee, che sono essenziali per l’elettrificazione dell’economia europea” scrive l’UE in una nota stampa.

La relazione ricorda che tutti gli Stati membri devono presentare quanto prima i loro piani nazionali aggiornati definitivi per l’energia e il clima, al fine di garantire il conseguimento collettivo degli obiettivi in materia di energia e clima per il 2030. La valutazione delle proposte di aggiornamento dei PNEC pubblicata nel dicembre 2023 mostra che gli Stati membri hanno compiuto un passo nella giusta direzione verso l’efficienza energetica, ma ciò non è ancora sufficiente per ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 % entro il 2030 e devono tenere conto delle raccomandazioni della Commissione per i loro piani definitivi.

In futuro, si legge nella nota stampa, “dovranno essere affrontate sfide nuove ed emergenti, quali l’attuale divario di ambizione per quanto riguarda le energie rinnovabili e gli obiettivi di efficienza energetica, l’aumento della povertà energetica, il differenziale di prezzo dell’energia rispetto ad altri concorrenti a livello mondiale e il rischio di nuove dipendenze critiche strategiche. Essi richiederanno una risposta politica decisiva e un cambiamento di passo negli sforzi a livello dell’UE e degli Stati membri, attraverso un maggiore coordinamento, un’integrazione del mercato e un’azione comune”.

Il Fondo Sociale per il Clima per sostenere l’efficienza energetica 

Nella relazione, la Commissione Europea annuncia come il Fondo Sociale per il Clima sarà uno strumento fondamentale per mobilitare almeno 86.7 miliardi di EUR per il periodo 2026-2032, finanziati dai proventi dell’ETS e da un cofinanziamento di almeno il 25 % da parte degli Stati membri. Il Fondo sosterrà misure strutturali e investimenti nelle ristrutturazioni a fini di efficienza energetica, nell’accesso ad alloggi economicamente accessibili ed efficienti sotto il profilo energetico, nel riscaldamento e raffrescamento puliti e nell’integrazione delle energie rinnovabili, nonché nella mobilità e nei trasporti a zero e a basse emissioni. Vi è anche la possibilità di fornire un sostegno diretto temporaneo al reddito.

La situazione in Italia

La relazione è corredata da schede individuali sullo stato dell’energia dei diversi membri dell’Unione. Per quanto riguarda l’Italia emerge come i combustibili fossili rappresentino (dati Eurostat 2022) l’80% dell’energy mix italiano (paragonato al 69% a livello europeo) con le rinnovabili che coprono il rimanente 20%. Per quanto riguarda l’electricity mix continuano a dominare i combustibili fossili che raggiungono quota 63,3 (paragonati al 38,6% a livello europeo) con le rinnovabili a quota 36,5%.

Per quanto riguarda il mercato delle tecnologie pulite, l’Italia è tra i due maggiori produttori in Ue di impianti di energia solare fotovoltaica ed eolica. Nonostante questo le performance nelle prestazioni energiche del comparto immobiliare sono scadenti.

Per quanto concerne la performance energetica degli edifici, il riscaldamento e raffreddamento consumano l’80% dell’energia del Paese, con una quota di fornitura da parte delle rinnovabili del 21%.

Il rapporto sottolinea anche come nel 2023, il 4,1 per cento della popolazione abbia incontrato delle difficoltà a pagare le bollette (leggi qui 5 consigli per risparmiare energia in casa, e il 9,5 per cento non sia riuscito a riscaldare in modo adeguato la casa nel periodo invernale.

Nel 2023, sono state vendute 378,000 pompe di calore, in calo del 26% rispetto alle vendite dell’anno precedente (dati EHPA European Heat Pump Association).

È fondamentale aumentare il tasso e la qualità della ristrutturazione degli edifici, in particolare di quelli con le performance energetiche peggiori” si legge nella nota, in un riferimento alla direttiva ‘Case Green’. L’UE sottolinea inoltre che “la valutazione delle proposte di aggiornamento dei PNEC pubblicata nel dicembre 2023 mostra che gli Stati membri hanno compiuto un passo nella giusta direzione, ma ciò non è ancora sufficiente per ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 % entro il 2030 e devono tenere conto delle raccomandazioni della Commissione per i loro piani definitivi.”

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