Continua la protesta delle associazioni del fotovoltaico e dell’eolico in merito alle misure sugli extraprofitti da fonti rinnovabili degli operatori della filiera: ANEV e ITALIA SOLARE hanno scritto al Presidente del Consiglio Mario Draghi e ai ministri Franco, Cingolani e Giorgetti.
Nell’ultima misura stabilita dal decreto Legge Aiuti la misura sugli extraprofitti è passata al 25% a carico delle società energetiche, che le principali associazioni che rappresentano il mondo dell’energia in Italia, segnalano come “una misura iniqua e punitiva che, oltretutto, crea un segnale fortemente negativo rispetto alla transizione energetica ed alle tecnologie rinnovabili”.
Nel frattempo, il DL Caro Energia del 24 giugno ha prorogato al 31 marzo 2023 la tassazione sugli extraprofitti delle società energetiche che importano gas.
“Le misure adottate da questo Governo per raccogliere risorse a carico dei soggetti della filiera dell’energia, da utilizzare per mitigare gli effetti del caro-energia e della crisi ucraina, ci sembrano inique, mal congegnate e suscettibili di colpire soggetti che non hanno avuto extraprofitti. Due provvedimenti che penalizzano in particolar modo il settore delle fonti rinnovabili che, proprio a detta del Presidente Draghi, va sviluppato rapidamente per dare risposta al caro energia”, affermano le due associazioni. I provvedimenti in causa sono l’articolo 15-bis del decreto-legge 4/2022 e l’articolo 37 del decreto-legge 21/2022, convertito dalla legge 51/2022, come modificato dall’articolo 55 del DL 50/2022, in fase di conversione.
In particolare, l’articolo 15-bis impone un cap ai ricavi derivanti dall’immissione in rete di elettricità da fonti rinnovabili, con la presunzione di stabilire quale sia il giusto ricavo, prescindendo dai piani di investimento degli operatori. “Il cap stabilito, circa 60 euro/MWh, toglie la possibilità a chi ha investito nell’eolico e nel fotovoltaico di registrare ritorni accettabili e arreca un danno enorme a migliaia di imprese (ANEV e Italia solare stimano oltre 50.000) che si sono dotate di impianti di autoproduzione, costrette a cedere le eccedenze a prezzo cappato e a soddisfare i fabbisogni aggiuntivi acquistando elettricità sul mercato a prezzo pieno”, spiegano ANEV e ITALIA SOLARE.
L’art. 37 colpisce, invece, il settore energetico in generale con il risultato di infierire per ben due volte sui produttori da fonti rinnovabili. Per altro, non vi è certezza che il meccanismo individuato incida realmente sui soggetti che hanno ottenuto effettivi extraprofitti dalla vendita dell’energia, poiché potrebbero essere colpite anche operazioni straordinarie completamente estranee alla vendita dell’energia.
Le due associazioni propongono di abrogare i due articoli (art. 15-bis e art. 37) con contestuale introduzione di una norma che introduca un contributo di solidarietà che colpisca gli effettivi sovraprofitti. Un provvedimento possibile prendendo a riferimento come base imponibile il maggior utile netto risultante dal bilancio consuntivo 2021 (si ricorda che l’impennata dei prezzi energetici è iniziata nel secondo semestre 2021) rispetto a quello risultante dal bilancio consuntivo 2019, evitando l’anno 2020 a causa del Covid. Una misura che potrebbe riguardare tutti gli operatori economici e non solo quelli dell’energia, sia per ragioni di equità, sia per una maggiore solidità della norma in caso di ricorsi alla Corte Costituzionale.
Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura, nell’intervista pubblicata su Verità e Affari, ribadisce la necessità di un confronto con il Governo e spiega perché c’è bisogno di trovare un equilibrio più giusto nella definizione della misura sugli extraprofitti.
“Le imprese del settore elettrico sono disposte a contribuire per sostenere il Paese in questo momento di grave emergenza energetica, ma la misura andrebbe formulata correttamente, così è punitiva. L’intento può essere giusto, ma il provvedimento come è scritto è iniquo e genera discriminazioni tra imprese dello stesso settore. La misura sugli extraprofitti penalizza doppiamente i produttori di energia da fonti rinnovabili, sui quali grava già anche il meccanismo di compensazione a due vie (ex art. 15-bis, D.L. 4/2022), che per sua natura rende impossibile il formarsi di eventuali extra profitti per i mesi da febbraio a dicembre 2022″.
Utilitalia, Elettricità Futura, ANEV, Aiget ed Energia Libera hanno evidenziato inoltre come il rincaro dei prezzi del gas derivi da dinamiche internazionali che non riguardano direttamente le imprese colpite da questo provvedimento. E che trattandosi di un contributo straordinario di solidarietà, sarebbe giusto allargare il perimetro dei settori oggetto del prelievo.
“Togliere il 100% dei supposti extraprofitti alle rinnovabili, mentre si limita al 25% il prelievo alle altre fonti è un’evidente scorrettezza a danno delle rinnovabili e a protezione in gran parte del settore fossile”, concludono le associazioni.