Fotovoltaico, SuperBonus e legislazione FER in Friuli: Italia Solare ed Elettricità Futura scrivono a Cingolani

19, Nov 2021 | Efficienza energetica

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Nuovi ostacoli si profilano per il fotovoltaico, ma le associazioni di categoria richiedono un intervento del governo al fine di non penalizzare l’installazione di impianti fotovoltaici, tema cruciale per la transizione energetica ed ecologica nazionale (di cui abbiamo parlato in questo articolo).

 

L’associazione Italia Solare, che riunisce produttori di energia solare fotovoltaica, ha scritto al Ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani ( se vi siete persi le ultime dichiarazioni del Ministro sui combustibili fossili potete leggere il nostro articolo sul cambiamento climatico qui ) e ai membri della X e XIII Commissione del Senato per chiedere di ripristinare il Superbonus 110% per il fotovoltaico a partire da luglio 2022 mentre Elettricità Futura, che rappresenta l’Unione delle Imprese Elettriche Italiane, ha trasmesso una lettera al Ministro per gli Affari regionali e al Ministro per la Transizione Ecologica per richiedere che le disposizioni della legge del Friuli Venezia Giulia “Misure finanziarie intersettoriali” relative ai limiti imposti alla realizzazione di impianti fotovoltaici siano dichiarate illegittime poiché in netto contrasto con gli obiettivi nazionali ed europei per lo sviluppo delle rinnovabili nel nostro Paese.

Andiamo con ordine. La bozza della Legge di Bilancio  2022 ha limitato la proroga del Superbonus 110% per il fotovoltaico al 30 giugno 2022: la nuova scadenza va a penalizzare la possibilità di usufruire del Superbonus 110 per il fotovoltaico, che rappresenta uno dei lavori “trainati” che beneficia dell’agevolazione in caso di esecuzione in maniera congiunta ad uno dei lavori trainanti. “Sulla base di quanto scritto – si legge nella lettera inviata da Italia Solare – riteniamo che l’interdizione del fotovoltaico al beneficio del Superbonus a partire da luglio 2022 rappresenti una disposizione dannosa per il raggiungimento degli obiettivi del PNRR e della direttiva comunitaria RED 2 e una discriminazione nei confronti del comparto a differenza di tutti gli altri settori che potranno continuare a beneficiare del Superbonus grazie alla proroga dei bonus edilizi fino al 2024. Paradossale è che tolgano il Superbonus al fotovoltaico per lasciarlo invece alle caldaie a gas, seppur ibride”.

Al fine di ottimizzare il provvedimento evitando installazioni tecnologicamente ed economicamente non corrette, Italia Solare suggerisce di limitare la potenza incentivabile con il Superbonus per gli impianti fotovoltaici fotovoltaici al doppio di quella dell’attuale contatore e di installare contestualmente un sistema di accumulo di capacità non superiore al rapporto 2 a 1 (impianti da 6 kW e accumulo da 12 kWh).
“È ormai chiaro a tutti che l’unico modo per le famiglie di svincolarsi dagli attuali significativi aumenti del prezzo dell’energia (qui il nostro articolo sul caro energia è l’installazione di sistemi fotovoltaici” afferma l’associazione. Infatti, il fotovoltaico “supporta l’elettrificazione del riscaldamento abitativo che è fondamentale in ottica riduzione CO2; permette un importante risparmio sulle bollette dei cittadini soprattutto se realizzato in concomitanza con sistemi di accumulo supporta il passaggio alla mobilità elettrica grazie all’installazione di colonnine di ricarica; crea i presupposti per la diffusione delle comunità di energia rinnovabile; può essere utilizzato per la flessibilità di rete; ha un costo tra i più ridotti tra quelli previsti nel meccanismo del Superbonus e prevede tempi di realizzazione molto ridotti rispetto ad altre opere come quelle civili” conclude la missiva. Si resta in attesa del testo ufficiale della Legge di Bilancio che dovrebbe contenere degli importanti correttivi.

Nel frattempo la Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, con Legge n. 16, del 2 novembre 2021 (BUR SO n. 35 del 05 novembre 2021) ha predisposto la possibilità per i Comuni di apporre limitazioni all’installazione degli impianti rinnovabili, in contrasto con le Linee Guida del Decreto FER 1DM Fer , secondo le quali tale compito deve essere effettuato dalle Regioni. Elettricità Futura ha evidenziato come tali disposizioni siano in contrasto con gli obiettivi nazionali ed europei di sviluppo delle fonti rinnovabili, e vadano di fatto a rallentare il raggiungimento degli obiettivi energetici al 2030 previsti dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC).
La direttiva 2018/2001, meglio nota come direttiva rinnovabili o RED II fissa un obiettivo vincolante per la quota complessiva di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia e lo schema di recepimento della Direttiva dovrebbe prevedere un approccio che permetta agli incentivi alle rinnovabili di avere un peso più grande. L’ostacolo da superare non riguarda unicamente agevolazioni e incentivi ma in particolare le lentissime autorizzazioni per gli impianti FER che di fatto ostacolano il proseguo dei progetti di energia rinnovabile.
“In aggiunta la legge, – scrive Elettricità Futura nella lettera al Ministro per la Transizione Ecologica Cingolani -, individuando le aree non idonee esclusivamente per la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici a terra di potenza superiore a 1 MW – pone diversi vincoli di merito, ponendo la norma in conflitto con l’art. 41 della Costituzione e con la normativa interna e sovranazionale che, promuovendo la diffusione delle fonti rinnovabili, condanna qualsiasi iniziativa di limitazione dei procedimenti autorizzativi e delle relative installazioni”.
Elettricità Futura chiede quindi “l’intervento delle Istituzioni in indirizzo, affinché sia evidenziato come le disposizioni richiamate siano in conflitto con le norme fondamentali ed il quadro legislativo nazionale e debbano quindi essere dichiarate illegittime”.

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