Il Gse (Gestore del Sistema elettrico) ha di recente pubblicato un utile rapporto statistico sull’evoluzione delle installazioni di impianti fotovoltaici e autoconsumo in Italia: Statistiche Gse (pdf).
Analizzando i grafici del rapporto, emerge il trend storico dell’installazione mensile di impianti fotovoltaici in Italia dal 2005 ad oggi che, ha mantenuto un trend stabile fino al 2021 quando la crisi energetica è emersa in modo più consistente.
Come si nota, nel primo semestre 2023 sono stati installati 200.138 impianti, il 171% in più dello stesso periodo del 2022 quando ne sono stati installati 73.782. Al 30 giugno erano perciò in funzione circa 1.426.000 impianti (+16,3% rispetto alla fine del 2022) per una potenza complessiva superiore a 27GW (Gigawatt=1000 Mw).
Nonostante i numeri siano ancora bassi, vi è una tendenza promettente. Da un’analisi dettagliata si evince che a spingere la domanda di fotovoltaico vi sono nuovi fattori che influenzano il tessuto sociale ed economico del Paese.
Un altro dato interessante riguarda la distribuzione delle installazioni per categoria: il maggior motore della crescita è stato il settore residenziale con il 51% del totale potenza installata, oltre 1 GW,, seguito dal settore industriale (che però comprende le imprese di produzione di energia) con il 24%.
Sono quindi i privati, le famiglie, che colgono l’opportunità vantaggiosa del passaggio alla produzione elettrica rinnovabile. Lo si comprende anche dal fatto che l’incremento della produzione è legato perlopiù alla classe dimensionale degli impianti di potenza compresa tra 3 e 20 kW (Kilowatt) tipica delle installazioni famigliari.
Cresce l’autoconsumo, ma solo individuale
L’autoconsumo, ovvero l’investimento di privati cittadini in impianti destinati a soddisfare il proprio fabbisogno energetico, è in crescita. Nel primo semestre 2023 l’autoconsumo è cresciuto del +12,2% in confronto ai primi sei mesi del 2022, raggiungendo il 24,3% circa dell’intera produzione di tutti gli impianti fotovoltaici. Si nota poi come la maggior crescita nell’autoconsumo risulti nella fascia di impianto compresa fra 3 e 20 kW (Kilowatt) dimostrando che si tratta prevalentemente di autoconsumo individuale (o Prosumer come dice la Direttiva Red II della Commissione Europea). Un esempio in questo senso è quello della villetta, in cui i pannelli fotovoltaici alimentano, quasi gratis e in modo indipendente dalla geopolitica, l’illuminazione, gli elettrodomestici, il riscaldamento con pompe di calore e anche l’auto elettrica.
Il rapporto del GSE non ha incluso però l’autoconsumo collettivo o, come viene chiamato dalla già citata direttiva europea RED II del 2018, le Comunità Energetiche Rinnovabili.
Queste ultime interessano la stragrande maggioranza della popolazione che vive nelle città, in condomini, in luoghi sottoposti a vincoli paesaggistici, in ambienti privi della corretta esposizione solare, ma in Italia la loro implementazione è bloccata da un iter legislativo che, iniziato con il DL 199 del 2019, stenta a concludersi.
Nel frattempo, il Gestore Servizi Energetici (GSE) ha pubblicato sul proprio sito istituzionale la mappa interattiva delle cabine primarie, funzionale alla diffusione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), un gruppo costituito da organizzazioni pubbliche, imprese, attività commerciali o privati cittadini che decidono di dotarsi di strutture necessarie per produrre energia da fonti rinnovabili da utilizzare per il proprio consumo.
La mappa, elaborata utilizzando le informazioni cartografiche fornite dai 25 distributori che dispongono di cabine primarie, consente di localizzare le singole aree convenzionali sottese alle 2107 cabine primarie presenti sul territorio nazionale.
Per il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, “Questa novità tecnica va nella direzione di preparare il nostro Paese a una crescita sostenuta delle CER, perché entrino a pieno nella cultura energetica nazionale”. “Il confronto con la Commissione sul decreto di incentivazione – ricorda Pichetto Fratin – è alle battute finali e vogliamo farci trovare pronti, con strumenti avanzati ed efficaci”. Peccato che per completare il set di leggi e regolamenti manca un unico provvedimento, atteso dal giugno 2022, che il MASE(Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), aveva promesso di varare per la fine di settembre 2023.
Attualmente, in Italia secondo l’Osservatorio ENEA, composto da circa quaranta membri, tra istituti di ricerca, enti locali, associazioni, aziende e professionisti, si stima che in Italia siano attive circa 54 comunità di autoconsumo (17 CER e 37 gruppi di autoconsumo collettivo) e quasi un centinaio siano quelle che hanno fatto richiesta di riconoscimento. La potenza complessiva installata di questi gruppi è di circa 1,5 MW, con la stragrande maggioranza degli impianti attivi nel nord Italia. Come obiettivo al 2026 le CER dovrebbero arrivare a una potenza installata di 5 GW e si stima che al 2030 possano superare i 7 GW, ovvero coprire circa il 10% degli obiettivi nazionali al 2030.
© RIPRODUZIONE RISERVATA