Incentivi auto: l’Ecobonus e lo scacco all’e-mobility

9, Mag 2022 | Efficienza energetica, NEWS DAL MONDO SUNCITY

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È stato firmato il 6 aprile il decreto con il piano di incentivi per le auto ecologiche, sono pronti dunque gli ecobonus che finanziano l’acquisto di veicoli, auto e moto, elettrici, ibridi e a basse emissioni ma la misura, invece di premiare il passaggio all’e-mobility, lo penalizza con somme più basse e l’esclusione delle flotte aziendali.

Alcune associazioni per la mobilità sostenibile sono critiche nei confronti degli incentivi auto previsti per il 2022. «In base a quanto apprendiamo circa gli ecobonus, il Governo concede fino a 5.000 euro d’incentivi per le auto elettriche a fronte di una spesa massima di 35.000 euro, e fino a 4.000 euro per auto ibride plug-in a fronte di una spesa massima di 45.000 euro – afferma il Presidente del Coordinamento FREE Livio de Santoli – Si tratta di un fatto incomprensibile, che il prezzo massimo imposto per le auto più virtuose, 0-20 g/km di CO2, sia inferiore a quello delle più inquinanti 21-60 g/km di CO2. Le 0-20 sono le auto elettriche a batteria e a idrogeno, mentre le 21-60 sono le plug in, con qualunque motorizzazione termica. Tradotto: si supporta meno una tecnologia nuova e si premia maggiormente una più inquinante».

Il provvedimento firmato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi ha destinato per gli incentivi auto 650 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022-2023-2024, che rientrano tra le risorse stanziate dal Governo nel Fondo automotive per il quale è stata prevista una dotazione finanziaria complessiva di 8,7 miliardi di euro fino al 2030.

In particolare, gli incentivi auto previsti sono:

-per l’acquisto di nuovi veicoli di categoria M1 nella fascia di emissioni 0-20 g/km (elettriche), con un prezzo fino a 35 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 3 mila euro, a cui potranno aggiungersi ulteriori 2 mila euro se è contestualmente rottamata un’auto omologata in una classe inferiore ad Euro 5.
-per l’acquisto di nuovi veicoli di categoria M1 nella fascia di emissione 21-60 g/km (ibride plug – in), con un prezzo fino a 45 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 2 mila euro a cui potranno aggiungersi ulteriori 2 mila euro se è contestualmente rottamata un’auto omologata in una classe inferiore ad Euro 5.
-per l’acquisto di nuovi veicoli di categoria M1 nella fascia di emissioni 61-135 g/km (endotermiche a basse emissioni), con un prezzo fino a 35 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 2 mila euro se è contestualmente rottamata un’auto omologata in una classe inferiore ad Euro 5.

«Si tratta di un comportamento totalmente disallineato con l’obiettivo di diffondere su larga scala i mezzi completamente elettrici e con le politiche sulle infrastrutture di ricarica già definite nel PNRR. Ossia si continuano a favorire i veicoli fossili. Ma non basta – prosegue Livio de Santoli -Si continuerebbe a incentivare veicoli termici che emettono tra 61 e 135 g/km di CO2, caso unico in Europa, essendo questi limiti di emissione superiori a quelli indicati dalla UE,e che saranno rafforzati nel “Fit-for-55”».

Altra nota dolente, gli incentivi per l’acquisto dei veicoli elettrici, ibridi, plug-in ed endotermiche sono concessi soltanto alle persone fisiche, e non alle imprese. Una piccola percentuale dei fondi è riservata alle società di car sharing per l’acquisto dei veicoli elettrici, ibridi, plug-in.

«Sono state totalmente ignorate le flotte aziendali, canale di elezione per le auto elettrificate e importante veicolo di “svecchiamento” del parco, attraverso la re-immissione di veicoli a emissioni zero al termine dei noleggi, e a prezzi convenienti rispetto al nuovo – sottolinea il Presidente del Coordinamento FREE de Santoli –. Tutto ciò non farà che aggravare la crisi di mercato presente e continuerà ad allontanare l’Italia dalle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, relegandola sempre più alla marginalità e obsolescenza. Questo approccio industriale di certo non contribuisce a rendere l’Italia più attraente per gli investimenti di aziende estere, rispetto agli altri paesi nei quali la scelta di supportare la domanda è più chiara e meglio pianificata e farà diventare a breve il settore automotive italiano arretrato con perdite di Pil e di posti di lavoro sul medio periodo, mettendolo in crisi».

Per quanto riguarda la durata dei nuovi incentivi auto, da DCPM saranno validi fino al 31 dicembre 2024 e non più come ipotizzato precedentemente fino al 2030. Rammentiamo però che la norma non è ancora definitiva: il provvedimento entrerà in vigore dopo la registrazione della Corte dei conti e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

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