Il recepimento definitivo della Direttiva Europea 2018/2001 RED II sulla promozione dell’uso di fonti rinnovabili che è entrata in vigore il 15 dicembre (di cui abbiamo parlato in questo articolo), tramite il Decreto Legislativo 199/2021 del Consiglio dei Ministri rappresenta un salto significativo in materia di promozione delle energie rinnovabili definendo gli strumenti, i meccanismi, gli incentivi e il quadro istituzionale per il raggiungimento degli obiettivi di incremento della quota di energia da fonti rinnovabili al 2030.
Il DL 199/2021 introduce inoltre le disposizioni per l’attuazione delle misure del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR in materia di energia da fonti rinnovabili, con la finalità di individuare un insieme di misure e strumenti coordinati (cumulabilità tra le diverse forme di incentivo), già orientati all’aggiornamento degli obiettivi nazionali fissati dal Regolamento (UE) n. 2021/1119 (Normativa europea sul Clima) che ha stabilito un obiettivo vincolante di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, a livello UE, di almeno il 55 % rispetto ai livelli del 1990, entro il 2030.
Come illustrato dal MITE, il target è l’installazione di almeno 70 GW di nuova potenza entro il 2030, di cui almeno 40 GW di fotovoltaico e oltre 12 GW di eolico. Altri 3 GW dovrebbero arrivare dal biogas (1,5 GW), dall’idroelettrico; geotermico (0,2 GW) e altre fonti minori per 0,8 GW (solare termodinamico, etc).
Come sottolineato da Elettricità Futura, che rappresenta l’Unione delle Imprese Elettriche Italiane e che al tema ha dedicato un webinar, il recepimento della RED II è “un passo importante e atteso che innesca diversi cambiamenti e con cui il Governo prosegue la semplificazione della burocrazia avviata con il DL Semplificazioni, una priorità per recuperare il forte ritardo accumulato nella transizione verso gli obiettivi al 2030, per sbloccare gli investimenti e per installare i 70 nuovi GW di impianti rinnovabili previsti dal Green Deal. L’efficacia delle semplificazioni dipende però dalla capacità di passare al più presto alla fase attuativa“, ha sottolineato Andrea Zaghi, Direttore Generale Elettricità Futura come si evince dalla presentazione condivisa nel webinar, di cui riportiamo una slide.
Il Team degli Affari Normativi e Regolatori dell’Associazione ha inoltre analizzato le nuove misure previste dal Decreto di recepimento della RED II che riguardano gli schemi di sostegno, le autorizzazioni e procedure amministrative, le bioenergie, la mobilità elettrica, i Power Purchase Agreement (PPA, i contratti per la compravendita di energia rinnovabile), l’autoconsumo e le comunità energetiche rinnovabili.
A valle del recepimento della Direttiva RED II devono infatti essere approvati i decreti ministeriali attuativi (circa 14) che daranno avvio ai nuovi sistemi di incentivazione per le fonti rinnovabili (biogas, biometano, agrofotovoltaico, ecc), nonché altri provvedimenti dell’ARERA e del GSE, per la regolamentazione dei vari meccanismi incentivanti e delle altre novità relative all’iter autorizzativo. Nei prossimi mesi ci sarà dunque una frenetica attività di regolamentazione, che culminerà alla metà maggio 2022, dato che per la maggioranza di tali decreti si prevede un termine di 180 giorni per l’approvazione. Per quanto riguarda la produzione di energia elettrica per impianti fino ad 1 MW è prevista una continuità rispetto all’attuale impostazione dei regimi di incentivazione definiti dal D.LGS. 28/11, che rimane in vigore.
Da segnalare la progressiva abolizione del meccanismo dello scambio sul posto: tutti gli impianti che entreranno in esercizio oltre il 90° giorno dall’entrata in vigore dei DM attuativi dei nuovi meccanismi incentivanti, potranno accedere unicamente3 ai nuovi meccanismi incentivanti, come delineati dal Decreto stesso, ovvero al ritiro dedicato dell’energia (art. 13, commi 3 e 4, D.lgs. 29 dicembre 2003, n. 387).
Si segnalano poi le disposizioni sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), che in continuità con le norme in vigore, incentivano la condivisione dell’energia prodotta, innalzando però la soglia di potenza degli impianti ad 1 MW (in precedenza 200 KW), allargando la comunità ad utenti (produzione e consumo) collegati sotto la stessa cabina primaria (ad oggi era prevista la cabina secondaria) superando il vincolo che imponeva ai partecipanti della comunità di appartenere a una stessa cabina di media tensione ed aprendo all’ingresso in comunità degli impianti rinnovabili esistenti, purché non beneficiari di altre forme di incentivo e per una potenza complessivamente non superiore al 30% del totale.
Sono elementi importanti che daranno nuovi spunti per lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili., che in Italia ad oggi sono ancora poco diffuse: indicativamente meno di trenta, nate attorno a impianti di produzione rinnovabile, fotovoltaici o idroelettrici con una potenza media di qualche decina di kW.
L’aumento della potenza degli impianti a 1 MW consentirà perciò di realizzare impianti di taglia maggiore, potenzialmente in grado di soddisfare le esigenze di comunità e non più solo di poche famiglie. L’effettività del meccanismo di promozione potrà essere valutata quando sarà noto il valore della tariffa riconosciuta, al momento della pubblicazione del relativo decreto attuativo.
Con il recepimento della RED 2, l’Italia si è posta dunque degli obiettivi ambiziosi, quali il raggiungimento di una quota pari al 30% come quota complessiva di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo (rispetto al target europeo del 32%), e come già ricordato, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, oltre all’incremento di energia da fonti rinnovabili nei consumi finali lordi per riscaldamento e raffreddamento pari a 1,3% come media annuale nei periodi 2021-2025 e 2026-2030 (art. 3 Decreto Red II).
Raggiungere questi target rappresenta una vera e propria sfida per il nostro Paese, che può però sfruttare un certo numero di associazioni, imprenditori e altri soggetti finanziari che domandano solo di avere finalmente certezza normativa, semplificazioni e incentivi adeguati per poter contribuire a portare a termine questi obiettivi.