Nuovo PNIEC 2023: il MASE ha trasmesso a Bruxelles la proposta aggiornata

7, Lug 2023 | Efficienza energetica, NEWS DAL MONDO SUNCITY

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Nuovo PNIEC 2023 il nuovo Piano Energia e Clima approda a Bruxelles: la proposta aggiornata del Piano con gli obiettivi al 2030 è stata inviata alla Commissione europea dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). Inizia così, nei tempi previsti, l’iter di aggiornamento del Piano che condurrà alla approvazione definitiva del nuovo testo entro giugno del 2024. Una volta approvato dall’UE il piano avrà durata decennale.

Con il nuovo PNIEC 2023 vengono stabiliti gli obiettivi nazionali al 2030 sull’efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili e sulla riduzione delle emissioni di CO2, nonché gli obiettivi in tema di sicurezza energetica, di mercato unico dell’energia e di ricerca, innovazione e competitività, delineando per ciascuno di essi le misure che saranno attuate per assicurarne il raggiungimento.

“Nel nuovo Piano Nazionale Energia e Clima prevedremo 80 gigawatt di rinnovabili nei prossimi sette – otto anni, per ribaltare la proporzione con le fonti fossili” aveva annunciato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Gilberto Pichetto, intervenendo al Forum PA, al convegno “Politica, tecnologie e infrastrutture per la sicurezza energetica di lungo periodo” (leggi qui il nostro approfondimento “In arrivo il nuovo Piano Energia e Clima (PNIEC): 80 gigawatt rinnovabili entro 2030”).

Tra i contenuti del testo, una quota del 40% di rinnovabili nei consumi finali lordi di energia che sale al 65% per i consumi solo elettrici. Il 37% di energia da rinnovabili per riscaldamento e raffrescamento, il 31% nei trasporti, 42% di idrogeno da rinnovabili per gli usi dell’industria.

Energie rinnovabili

Fonte: PNIEC 2023

Per quanto riguarda il settore elettrico – si legge nella bozza del nuovo PNIEC 2023- , “sono in parte già attuate e in parte programmate una molteplicità di misure che mirano a sostenere l’ulteriore diffusione di impianti a fonti rinnovabili.
Gli impianti di dimensioni contenute sono promossi attraverso varie linee di azione, quali ad esempio lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo singolo o collettivo, fino a misure di natura fiscale correlate alle installazioni di piccoli impianti, o a misure specifiche per contesti che meritano attenzioni particolari (come, ad esempio, le piccole isole non interconnesse).
Per gli impianti di dimensioni maggiori si proseguirà sia nello sviluppo di contratti per differenza da stipulare a seguito di procedure competitive, sia nella creazione di un quadro favorevole alla stipula di PPA tra privati. Sono altresì previste misure per sostenere impianti basati su tecnologie innovative, così come per la salvaguardia e il potenziamento delle produzioni di impianti esistenti competitivi”.

Per quanto riguarda l’annoso problema delle autorizzazioni, il Ministero dichiara di essere orientato alla “prosecuzione del percorso di semplificazione e accelerazione delle procedure autorizzative a tutti i livelli, e sul processo di individuazione delle aree idonee di concerto con le Regioni attraverso un percorso di condivisione e ripartizione degli obiettivi su scala territoriale”.
A proposito delle tecnologie, “quelle che vedranno maggiormente crescere il proprio contributo sono fotovoltaico ed eolico” riporta il nuovo PNIEC che intende ” stimolare la diffusione di soluzioni innovative che massimizzino la sinergia tra energia e ambiente, quali impianti agrivoltaici e offshore (eolici e fotovoltaici)”.

Emerge in modo chiaro il focus sullo sviluppo dell’idrogeno, per il quale si prevede l’uso nell’industria come da obiettivo comunitario (in particolare nell’industria hard to abate), nonché nel settore dei trasporti. “La produzione di idrogeno sarà promossa sia tramite i contributi in conto capitale previsti dal PNRR sia tramite una nuova misura tariffaria che renderà equamente remunerativi gli investimenti in un settore che è ancora lontano dalla competitività. Complessivamente si stima al 2030 una produzione di 250 kton di idrogeno corrispondente ad una installazione di una capacità elettrica di 3 GW di elettrolizzatori” riporta il nuovo PNIEC 2023.

 

Le critiche al nuovo PNIEC

Non mancano le critiche al nuovo PNIEC 2023  a partire dal commento di Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura che dichiara come “L’attuale prima bozza del PNIEC è un passo nella giusta direzione che però non rispecchia l’urgente necessità del nostro Paese di aumentare davvero l’indipendenza e la sicurezza energetica. L’Italia importa l’80% del proprio fabbisogno, ma essendo ricca di sole, vento, acqua e biomasse, potrebbe diminuire notevolmente la dipendenza energetica dall’estero proprio grazie alle rinnovabili. La prima bozza del nuovo PNIEC recepisce integralmente il target di crescita del fotovoltaico indicato dal Piano 2030 di sviluppo del settore elettrico elaborato da Elettricità Futura. Riteniamo, però, che nel draft del nuovo PNIEC l’obiettivo per il settore eolico sottostimi le potenzialità di crescita, in particolare per l’eolico offshore. Anche per le bioenergie, l’idroelettrico e la geotermia si dovrebbe prevedere un maggiore sviluppo. Auspichiamo, quindi, che la prossima versione del nuovo PNIEC restituisca una traiettoria di sviluppo delle rinnovabili più coerente con le priorità e le possibilità del nostro Paese”.

Secondo quanto contenuto nella bozza, il target di nuova potenza rinnovabile indicato nel draft del nuovo PNIEC, prevede che l’Italia installi circa 8 nuovi GW di rinnovabili all’anno, da qui al 2030. “Ma il Piano 2030 di sviluppo del settore elettrico, elaborato da Elettricità Futura, prevede di installare 10 GW di rinnovabili all’anno. Entrambe le prospettive richiedono comunque una netta accelerazione, un raddoppio dell’attuale passo. Probabilmente, nel 2023 riusciremo a installare in Italia, soltanto, 5 GW di nuove rinnovabili. Nel 2022 abbiamo realizzato 3 GW, per la maggior parte impianti di piccola taglia. Mancano gli impianti utility scale che consentirebbero di raggiungere il target producendo energia elettrica a basso costo” sottolinea Rebaudengo.

Secondo lo studio «100% di rinnovabili entro il 2035? Si può fare ma serve un cambio di passo» commissionato da Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia e realizzato dal think tank ECCO e Artelys, sullo scenario di decarbonizzazione del sistema elettrico al 2035 che mostra quali caratteristiche dovrà avere un sistema elettrico italiano sostanzialmente decarbonizzato al 2035, con uno step intermedio al 2030 emerge:
• la necessità di un incremento di oltre 90 GW di rinnovabili rispetto alla capacità installata del 2021. Una cifra di poco superiore agli 85 GW già prefigurati da Elettricità Futura;
l’urgenza di un netto cambio di passo rispetto agli attuali livelli di installazione annua di capacità rinnovabile (circa 8 volte di più). L’obiettivo è arrivare al 2035 a circa 250 GW di capacità installata rinnovabile (circa 160 nel 2030), per quasi 450 TWh di produzione nazionale – (quasi 350TWh nel 2030);

Numeri che sono lontani dall’obiettivo dichiarato dal PNIEC del 65% di rinnovabili per i consumi elettrici. Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, sottolinea inoltre la poca trasparenza del governo sulla proposta di aggiornamento inviata il 29 giugno a Bruxelles. “Vedo che il documento trasmesso a Bruxelles – cioè la sintesi di un documento che verrà – è sulle agenzie di energia e immagino su qualche altro sito di informazione, – scrive su Twitter – ma questo non è il corretto percorso partecipativo. Oltretutto andava trasmesso al Parlamento, o no?”.

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