Decreto Semplificazioni e imprese, sulle rinnovabili va cambiato

7, Lug 2021 | Efficienza energetica

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Il settore dell’energia rinnovabile esprime preoccupazione sulle ricadute negative che il “Decreto Semplificazioni” produrrà in termini di riduzione della produzione nazionale di energia pulita, in un settore strategico per gli interessi del Paese e di fondamentale importanza nel cammino verso l’efficientamento energeticoSolarPower Europe, WindEurope, ANEV, ANIE Rinnovabili, Elettricità Futura e Italia Solare hanno invitato il governo italiano a rivedere il provvedimento per accelerare la diffusione delle rinnovabili nel paese. “L’Italia ha bisogno di aggiungere almeno 7 GW di capacità rinnovabile ogni anno per raggiungere i suoi obiettivi nell’ambito del Green Deal – si legge nella nota congiunta – ma con i tempi di autorizzazione odierni, la media è stata inferiore ad un 1 GW all’anno. A questo ritmo – affermano le associazioni della green energy a livello europeo –  i nostri obiettivi per il 2030 saranno raggiunti nel 2090”.[/vc_column_text][vc_column_text]L’appello ad adottare un decreto più robusto che semplifichi l’adozione di impianti fotovoltaici ed eolici ed elimini le restrizioni alle autorizzazioni per l’utilizzo di pannelli solari su terreni agricoli è supportato anche da Italia Solare, associazione a cui appartiene SunCity e e della quale è Vicepresidente Attilio Piattelli, socio fondatore SunCity insieme a Pietro Pitingolo, Direttore Sales&Marketing di SunCity, e Referente Regionale per l’Abruzzo.

Il “Decreto Semplificazioni” (Dl 76/2020) del Governo Conte, nato con l’obiettivo di rilanciare l’economia nazionale colpita dalla pandemia, che prevede l’accelerazione degli investimenti per le infrastrutture, la semplificazione delle procedure in materia di contratti pubblici ed edilizi, e la semplificazione in materia di responsabilità del personale delle amministrazioni, è stato prorogato e rafforzato dal Governo Draghi, che deve convertirlo in legge entro la fine di luglio e che ha dedicato particolare attenzione al tema dei contratti pubblici e allo snellimento delle procedure con il Decreto Legge 77/2021 di gestione dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). «La prima cosa che balza agli occhi è l’incoerenza del Decreto semplificazioni rispetto al Pnrr. Da un lato il Governo afferma che non finanzierà, con il PNRR, i 7 GW l’anno di rinnovabili che dovremo fare da qui al 2030 perché si tratta di fonti che hanno raggiunto la grid parity, ossia sono competitive con le fonti fossili, e che queste tecnologie essendo già mature necessitano solo delle semplificazioni – afferma il presidente del Coordinamento FREE delle Rinnovabili e dell’Efficienza Energetica, Livio de Santoli – E poi però in questo decreto si semplificano le norme per gli impianti finanziati dal PNRR che, per quanto riguarda le fonti rinnovabili , sono pochi e sperimentali. Non ci vuole molto a capire che in questa maniera il Governo da un lato non mette nuovi incentivi mentre dall’altro non semplifica.  Vita difficile per le rinnovabili a favore delle fonti fossili nel momento in cui quando persino l’Agenzia internazionale del’energia (IEA) ne ha sancito la fine qualche giorno fa». Il decreto manca ancora di alcune misure fondamentali secondo le associazioni dell’energia pulita. Il provvedimento, ora nella fase cruciale della discussione parlamentare con un numero limitato di emendamenti selezionati e votati,  “ha bisogno di essere rivisto, a partire dalle sue disposizioni sui progetti di repowering per le rinnovabili” – viene sottolineato nella nota – al fine di superare i colli di bottiglia legati al rilascio dei permessi per i progetti sulle rinnovabili e costruire un sistema di governance efficiente per gli investimenti previsti nell’ambito della Next Generation EU. L’iter legislativo è in una fase cruciale anche per il fotovoltaico, ad oggi infatti in Italia non esiste una soluzione efficiente per gli impianti installati a terra. Il Decreto Semplificazioni non dà sufficienti mezzi di supporto anche all’agrofotovoltaico.

L’Italia deve superare del tutto gli “spalmaincentivi volontari, rimuovendo le rimanenti limitazioni e gli svantaggi tariffari per i progetti di repowering degli impianti eolici e solari esistenti che non hanno aderito a tale schema. Questo sarà essenziale per assicurare un level playing field nelle prossime aste. Attualmente quasi il 50% di tutti i progetti per le rinnovabili in Italia è abbandonato e l’altro 50% è soggetto a sei anni di ritardo prima di ottenere i permessi” ribadiscono le associazioni nel documento. «Il terzo punto riguarda l’efficienza energetica. Se da un lato la semplificazione aiuta i condomini sul fronte della conformità urbanistica per accedere al SuperEcobonus – conclude de Santoli – Contemporaneamente mette tutti gli intervento sotto al cappello della manutenzione straordinaria e complica le procedure per chi è conforme. Insomma con questo decreto la semplificazione è solo sulla carta e addirittura si complica ciò in alcuni casi era, relativamente, semplice. Ribadiamo: non ci siamo. Ma il Coordinamento Free è pronto a discutere con il Governo una sua proposta di semplificazioni sulle rinnovabili a costo zero».

Walburga Hemetsberger, CEO di SolarPower Europe, ha commentato che in Italia il potenziale del fotovoltaico è molto alto “ma questa capacità non sarà raggiunta a meno che non vengano superati gli ostacoli amministrativi, semplificando anche repowering degli impianti fotovoltaici”.

Peraltro, l’urgenza di semplificare l’adozione delle rinnovabili da parte di cittadini e imprese si fa ancora più urgente in seguito all’aumento dal 1 luglio dei prezzi dell’energia elettrica e del gas rispettivamente del 9.9% e 15.3% per i consumatori che accedono al cosiddetto mercato tutelato dell’energia, da parte dell’ARERA (Autorità Regolazione Energia Reti Ambiente).

Secondo il rapporto World Energy Transitions Outlook di IRENA (International Renewable Energy Agency) il 75% delle attuali produzioni fossili potrebbe essere sostituito ad esempio da fotovoltaico, eolico onshore e offshore, grazie alla diminuzione dei loro costi. Ma il finanziamento pubblico rimarrà cruciale per una transizione energetica rapida, giusta e inclusiva e per catalizzare i finanziamenti privati.

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