Repower EU, stop alla caldaia a gas dal 2029

12, Set 2022 | Efficienza energetica, NEWS DAL MONDO SUNCITY

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A partire dal 2029 stop alla vendita delle caldaie a gas, secondo quanto stabilito dal pacchetto Repower EU presentato dalla Commissione Europea.
Si tratta di un passaggio fondamentale sulla strada dell’efficientamento energetico che prevede l’incremento fino al 13% nell’utilizzo di energia rinnovabile entro il 2030. L’obiettivo: azzerare entro il 2027 i 155 miliardi di metri cubi di gas che l’Europa importa dalla Russia, grazie ad uno stanziamento di trecento miliardi di euro di cui 72 miliardi in sovvenzioni e 225 miliardi in prestiti, puntando a realizzare questa ambizione attraverso il risparmio energetico, la diversificazione dell’approvvigionamento energetico e una più rapida diffusione delle energie rinnovabili per sostituire i combustibili fossili nelle case, nell’industria e nella generazione di energia elettrica.

Come sostituire la vecchia caldaia con i bonus ristrutturazione casa

Nella recente comunicazione sul risparmio energetico del pacchetto RePower Eu è previsto, come già detto, il divieto vendita delle caldaie autonome a gas entro il 2029. La Commissione Ue precisa che intende arrivare all’obiettivo “attraverso limiti di progettazione ecocompatibile più rigorosi per i sistemi di riscaldamento, che implicano il 2029 come data finale per l’immissione sul mercato di caldaie a combustibili fossili autonome”. Abbiamo dunque alcuni anni per passare a forme di riscaldamento più sostenibili, alimentate dalla rete elettrica o dai pannelli fotovoltaici. A venire incontro ai cittadini i bonus governativi, compreso il Superbonus 110 per cento, con cui è possibile finanziare la sostituzione della vecchia caldaia con una nuova, o acquistare una pompa di calore.

Pur trattandosi di un Bonus, non si concretizza nell’erogazione di una somma in denaro ma, come tutti i Bonus ristrutturazione casa, in una detrazione fiscale sulle spese sostenute per acquistare la caldaia. Nel caso specifico del SuperBonus 110%, si potrà accedere alla detrazione fiscale complessiva solo se la sostituzione della caldaia comporta l’aumento di almeno due classi energetiche (certificato con un’attestazione dell’A.P.E.) e se la sostituzione rientra tra quelli trainanti ammissibili al Superbonus 110%. Si tratta quindi di un lavoro che può essere eseguito da solo, e al quale può essere “legato” congiuntamente un intervento trainato. È bene chiarire che non sono ammessi interventi di nuova installazione dove prima non era presente alcun impianto. In alternativa è possibile usufruire del Bonus Caldaia che prevede una detrazione del 65% delle spese necessarie per sostituire le caldaie vecchie con una caldaia a condensazione di efficienza almeno pari alla classe A e un sistema di termoregolazione di classe V, VI o VII oppure un impianto ibrido composto da un sistema integrato tra pompa di calore e caldaia a condensazione oppure del 50% sull’acquisto di una nuova caldaia a condensazione di classe A, sostituendo il vecchio modello.
Tale detrazione è estesa anche alle spese relative alla sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza e con impianti geotermici a bassa entalpia (art. 1, comma 286, della legge n. 244 del 2007). Sarà possibile usufruire del Bonus caldaia fino al 31 dicembre 2022.

L’importanza del fotovoltaico

Il piano Repower Eu – finalizzato ad accelerare la spinta verso fonti energetiche più rinnovabili per liberarsi dalla dipendenza dal gas russo, che l’anno scorso ha rappresentato circa il 40% del consumo di gas del blocco europeo – contiene anche una strategia sul fotovoltaico. Il documento prevede l’obbligo per gli Stati membri di installare entro il 2026 pannelli fotovoltaici su tutti i tetti con una superficie maggiore di 250m², degli edifici pubblici già costruiti entro il 2027 e, a partire dal 2029, l’estensione dell’obbligo a tutti i nuovi edifici residenziali.
Un discorso non slegato da quello delle pompe di calore, dato che i pannelli solari diventeranno la principale forma di approvvigionamento energetico, rendendo le case autonome e contribuendo al risparmio per le famiglie.

RePowerEu e rinnovabili

Con REPower Eu la Commissione propone di aumentare dal 40% al 45% l’obiettivo principale per il 2030 per le rinnovabili (per il mix elettrico italiano significa raggiungere l’80% di rinnovabile partendo dall’attuale 35%) nell’ambito del pacchetto “Fit for 55%”. Questa maggiore ambizione generale getterà le basi per altre iniziative, tra cui:
una strategia dell’UE per l’energia solare volta a raddoppiare la capacità solare fotovoltaica entro il 2025 e installare 600 GW entro il 2030;
-una raccomandazione della Commissione per affrontare la lentezza e la complessità delle procedure di autorizzazione per i grandi progetti in materia di rinnovabili e una modifica mirata della direttiva sulle energie rinnovabili affinché queste ultime siano riconosciute come interesse pubblico prevalente.
gli Stati membri dovranno inoltre predisporre una mappatura del territorio nazionale, designando delle “aree idonee” alle fonti rinnovabili (renewables go-to areas), entro le quali l’amministrazione competente assicurerà per le proposte di nuovi impianti una valutazione d’impatto ambientale preventiva. Per agevolare la rapida individuazione di tali zone, la Commissione mette a disposizione serie di dati sulle zone sensibili dal punto di vista ambientale nell’ambito del suo strumento di mappatura digitale dei dati geografici relativi all’energia, all’industria e alle infrastrutture.

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