Rinnovabili: DL Sostegni ter “crea distorsioni” nel mercato energetico. Ecco come e perché

16, Feb 2022 | Efficienza energetica

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Il settore dell’elettricità, le associazioni di categoria, ambientaliste, dei consumatori e dei produttori di energia rinnovabile hanno manifestato in una nota congiunta l loro dissenso contro l’articolo 16 del DL Sostegni ter e la misura sugli “extra profitti”, poiché “ stravolge le dinamiche di mercato, non risolve l’emergenza in corso e crea distorsioni di mercato che minano la fiducia degli investitori e rischia di rallentare il processo di transizione energetica”, scrivono in un comunicato congiunto Adoc, Adiconsum, Adusbef, Anev, Anie, Arse, Assoidroelettrica, Assoutenti, Arte, Casa del Consumatore, Codacons, Confconsumatori, Centro tutela consumatori Sud Tirolo, Coordinamento Free, Elettricità Futura, Energia Libera, Greenpeace, Italia Solare, Kyoto Club, Legambiente, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Wwf. La norma in questione va a colpire esclusivamente i ricavi generati dalla produzione di fonti rinnovabili, che rappresentano però l’elemento trainante della transizione energetica.

Cosa prevede il Decreto Sostegni ter

Il DL Sostegni approvato dal Consiglio dei Ministri prevede, a favore delle imprese, un intervento stimato in 1,7 Miliardi di €, volto a contenere l’aumento dei costi delle bollette.
Nel comunicato, le associazioni affermano di apprezzare “che lo scopo del Decreto Legge 04/2022 sia quello di limitare gli impatti negativi dell’aumento dei prezzi dell’energia, dovuto principalmente al forte aumento dei prezzi del gas, sull’economia italiana e sui consumatori di energia, e sosteniamo questa intenzione. Tuttavia, l’articolo 16 del Decreto Legge 04/2022 (“DL Sostegni ter”), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana il 27 gennaio 2022, introduce misure di recupero (‘clawback’) nei confronti degli impianti fotovoltaici a tariffa Feed-in-Premium, nonché per gli impianti geotermici, idroelettrici, fotovoltaici ed eolici merchant power con potenza superiore a 20 kW. La stragrande maggioranza di tali impianti riceverà un prezzo di riferimento fisso fino al 31 dicembre 2022, basato sulla media storica dei prezzi zonali dell’elettricità in Italia”.

L’articolo 16 prevede,in maniera totalmente distorsiva, di effettuare un conguaglio (solo a carico dei produttori di energia rinnovabile) tra i prezzi che si determinano nel mercato spot tra febbraio e dicembre di quest’anno e la media dei prezzi che si sono determinati negli ultimi 11 anni (2010-2020). Non si considera che la maggior parte dei produttori hanno già venduto l’energia a valori significativamente inferiori a quelli attesi per il 2022. Ciò provocherebbe danni economici molto elevati in quanto dovrebbero essere restituiti importi notevolmente superiori a quelli incassati scrive la Giunta della Regione Valle d’Aosta in una nota pubblicata dal’agenzia ANSA.

Le associazioni italiane ed europee del settore rinnovabile aggiungono che questa norma ha visto la luce senza una ampia condivisione con i corpi intermedi rappresentativi dei vari settori coinvolti (rappresentanti dei produttori di energia, rappresentanti dei consumatori, rappresentanti delle imprese tecnologiche del settore energetico, associazioni ambientaliste) e non può dai sottoscrittori del presente documento essere condivisa. Tale norma mette a grave rischio il corretto svolgimento delle dinamiche di mercato e non risolve minimamente la situazione emergenziale in corso che si avvia a generare gravi ripercussioni sul sistema sociale ed economico del Paese”.

La distorsione del mercato dell’energia

Italia Solare esprime grande preoccupazione per il DL Sostegni appena pubblicato che stabilisce, di fatto, un prelievo forzato alle società che producono energia da fonti rinnovabili senza nessuna possibilità di compensazione o restituzione. Sebbene temporaneo, il DL rappresenta un cambio delle regole del mercato elettrico e crea una perdita di credibilità del Paese verso gli investitori che oggi più che mai sono chiamati a realizzare la transizione energetica investendo in nuovi impianti rinnovabili”, commenta Paolo Rocco Viscontini, Presidente di Italia Solare.
“Le misure incluse nell’articolo 16″ sottolineano le associazioni nel comunicato porteranno a significative distorsioni dei mercati dell’energia all’ingrosso e sul comportamento di acquirenti e venditori nel mercato. Potrebbero influire sulla libera formazione dei prezzi come richiesto dal Regolamento elettrico (2019/943) stabilendo di fatto uno strike price inevitabile e determinato amministrativamente per ogni possibile futuro Power Purchase Agreements (PPAs) in contraddizione con l’obiettivo dichiarato dal governo di promuovere la conclusione di tali contratti nel mercato elettrico italiano”.

Investimenti FER a rischio

Serve un tavolo di confronto per trovare una soluzione condivisa al caro energia in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione. Infatti “queste misure complesse e discriminatorie metteranno a rischio gli obiettivi Fit for 55, rompendo la fiducia degli investitori, con enormi impatti sugli investimenti nelle FER e minando il corretto funzionamento del mercato interno dell’elettricità dell’UE. Inoltre, proseguono le associazioni, “l’articolo 16 del ‘DL Sostegni ter’ non è coerente con le proposte contenute nella ‘tool box della Commissione europea per l’azione e il sostegno’ che l’UE e i suoi Stati membri possono utilizzare per affrontare l’impatto immediato degli attuali aumenti dei prezzi, e rafforzare ulteriormente la resilienza contro gli shock futuri”.

Di cosa ha bisogno l’Italia

Il nostro Paese affermano i firmatari del comunicato, “ha bisogno di accelerare e semplificare le procedure di autorizzazione per installare almeno 8 GW di nuova capacità rinnovabile ogni anno fino al 2030 per raggiungere gli obiettivi Fit-for-55. Tuttavia, meno di 1 GW/anno è stato installato negli ultimi anni, principalmente a causa di permessi lunghi e complessi. Andare avanti con l’attuale versione dell’articolo 16 del decreto legge 04/2022 rischia di rallentare ulteriormente il processo di transizione energetica in Italia e in Europa, mettendo a rischio investimenti vitali per l’intera economia”.

Cosa è successo in Spagna e Romania

Le associazioni hanno ricordato che altri Paesi Ue che avevano introdotto misure simili le hanno dovute ridimensionare: “interventi simili sono stati proposti in altri Stati membri nel 2021 (Spagna e Romania), determinando una significativa instabilità normativa e profondi cambiamenti nelle dinamiche contrattuali. Di conseguenza, la portata delle misure originarie è stata drasticamente rivista o bloccata”.

“Il Governo deve ritirare l’articolo 16”

Le associazioni chiedono dunque, conclude il comunicato, “al governo italiano di ritirare l’articolo 16 del decreto legge 04/2022 e di avviare un dialogo costruttivo per definire soluzioni efficaci ed equilibrate per affrontare l’aumento dei prezzi dell’energia. Un mercato elettrico ben funzionante è uno dei migliori strumenti per proteggere i consumatori dalla volatilità dei prezzi e per garantire una transizione economicamente efficace verso un’economia neutrale in Italia e in Europa”.

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