Stop ai falsi miti sulle rinnovabili

6, Feb 2023 | Efficienza energetica, NEWS DAL MONDO SUNCITY

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Stop ai falsi miti sulle rinnovabili: da Italy for Climate, centro studi della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, la prima piattaforma di contrasto alla disinformazione sulle fonti rinnovabili (qui il nostro approfondimento sul trend) che promuove un’informazione chiara e fondata su dati scientifici sulle fonti rinnovabili. Edo Ronchi, Presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile ha dichiarato: «Dobbiamo contrastare con decisione l’ignoranza e i pregiudizi che spesso sono il principale freno allo sviluppo delle rinnovabili»

Le fonti rinnovabili rappresentano una risposta concreta e realizzabile all’attuale crisi energetica e climatica, eppure sono spesso trascurate all’interno del dibattito pubblico e istituzionale o relegate a soluzioni marginali e utopistiche. Il dibattito pubblico nazionale ed i canali mediatici, sia tradizionali sia nuovi, sono carichi di idee sbagliate e informazioni obsolete sull’energia rinnovabile e sulla sua capacità di svolgere un ruolo sempre più dominante nel mix di produzione elettrica nazionale già nei prossimi anni.

Per contrastare questa disinformazione e contribuire alla diffusione di informazioni verificate e aggiornate Italy for Climate ha lanciato il progetto Falsi miti sulle rinnovabili: «Non è solo in nome di una corretta informazione che abbiamo ideato questo progetto − ha spiegato Andrea Barbabella, coordinatore dell’iniziativa − ma è soprattutto perché pensiamo che sia proprio a causa di questa diffusa disinformazione che l’Italia non riesce ad accelerare sulla transizione energetica. Complessità burocratiche, moratorie, opposizioni dei comitati locali sono tutte figlie di una scarsa consapevolezza e conoscenza delle potenzialità delle fonti rinnovabili».

La piattaforma Falsi miti sulle Rinnovabili si rivolge infatti a utenti, politici, operatori della comunicazione, imprenditori: tutti abbiamo un ruolo nella transizione energetica e abbiamo bisogno di avere informazioni chiare su quei temi che riguardano la quotidianità di ognuno di noi.

«Il mondo delle rinnovabili è cambiato enormemente nell’ultimo decennio, e in poco più di due decenni queste tecnologie dovranno porre fine all’era dei combustibili fossili − ha aggiunto Edo Ronchi −. Eppure in Italia la loro crescita è ancora stentata e sono in molti a non considerarli una vera alternativa su cui puntare, anche per rispondere alla crisi dei prezzi dell’energia. Bisogna contrastare con maggiore decisione l’ignoranza e i pregiudizi che spesso sono il principale freno allo sviluppo di queste tecnologie, mostrando in modo chiaro e scientificamente fondato la loro capacità di soddisfare la nostra fame di energia e i vantaggi ambientali ed economici che potranno portare».

I 5 Falsi miti sulle rinnovabili

La piattaforma ha individuato 5 falsi miti comunemente diffusi: idee sbagliate, basate su presupposti scorretti o semplicemente informazioni ormai obsolete ma che continuano ad essere diffuse. Per ognuno di questi falsi miti, Italy for Climate ha svolto un’attività di ricerca pubblicando sulla piattaforma dati, fonti e offrendo una chiave di lettura per l’analisi delle informazioni semplice e immediata, con vari livelli di approfondimento.

1. Le rinnovabili sono e rimarranno marginali

Falso. 8 kW su 10 di impianti di generazione elettrica installati ogni anno sono rinnovabili: in pochi anni le fonti rinnovabili hanno già cambiato il panorama energetico mondiale.

2. Le rinnovabili costano troppo

Falso. 1 kWh prodotto da eolico o fotovoltaico costa 5 centesimi di €, meno della metà rispetto a fossili e nucleare in Europa. Le rinnovabili erano le fonti più economiche già prima della crisi energetica.

3. Le rinnovabili ci fanno restare al buio

Falso. Già oggi ci sono Paesi che producono elettricità per oltre il 90% da fonti rinnovabili, anche in Europa, e cresce il numero di Governi che puntano a fare lo stesso entro il prossimo decennio.

4. Le rinnovabili rovinano il paesaggio

Falso. Servirebbe solo lo 0,7% del territorio nazionale per sostituire tutti gli impianti fossili con pannelli fotovoltaici: meno di 200 mila ettari, un decimo della superficie oggi edificata in Italia

5. Le rinnovabili fanno male a economia e occupazione

Falso. Al 2030 saranno 14 milioni i nuovi posti di lavoro nel mondo, contro i 5 milioni persi nell’oil&gas. Grazie alle rinnovabili crescono investimenti e occupazione e si valorizzano le filiere locali.

Qual è lo stato delle rinnovabili in Italia

“L’Italia è sempre stata fra le grandi economie europee con la più alta quota di fonti rinnovabili nel mix di generazione elettrica” riporta la nota diffusa da Italy for Climate. “Negli ultimi anni però sta perdendo questo primato, a causa del rallentamento nella crescita del settore che è stato in Italia più forte che nel resto d’Europa. Ad oggi il 40% della generazione elettrica in Italia è stata soddisfatta dalle fonti rinnovabili: soprattutto idroelettrico (16%), fotovoltaico (9%), eolico (7%), bioenergie (6%), geotermoelettrico (2%). Si tratta di un valore abbastanza significativo e in linea con la media europea, ma è un valore che non cresce più ormai da 8 anni: già nel 2014 avevamo raggiunto il 43% di generazione elettrica da fonti rinnovabili, grazie alla forte crescita registrata a cavallo del 2010 (8 anni prima era il 16%, nel 2006)”.

Le installazioni di rinnovabili – fonte Italy for Climate

“Questo brusco rallentamento è stato causato da una serie di fattori: inizialmente, per il mancato rinnovo degli incentivi che avevano sostenuto la crescita del settore fino a quel momento, e in un secondo momento perché l’iter burocratico per poter installare un nuovo impianto a fonti rinnovabili è diventato sempre più lungo, complesso e costoso. Il risultato è stato che negli ultimi 8 anni l’Italia ha installato in media circa 1 GW (ovvero milioni di kW) di nuovi impianti rinnovabili ogni anno, un ritmo assolutamente insufficiente rispetto ai circa 8-10 GW che dovremmo mettere a terra per stare al passo con la transizione energetica. Recentemente il Governo ha provato ad intervenire con più decisione per sbloccare questa situazione e il 2022 sembra registrare un rilancio del settore (stimato in circa 3 GW di nuova potenza nell’anno), ma è ancora presto per poter valutare i reali impatti di questi interventi di semplificazione. Sappiamo però che non è solo sul fronte della burocrazia che l’Italia deve agire per tornare ad essere un volano delle fonti rinnovabili: urge costruire una maggiore conoscenza e consapevolezza, a tutti i livelli di governo e di società, di quanto le rinnovabili stiano già trasformando il settore elettrico e di quanto il mondo, e l’Italia, non possa prescindere da questa trasformazione”.

Il confronto in Europa

Le installazioni di rinnovabili in Europa – fonte Italy for Climate

Nel 2019 tra i grandi Paesi Europei è la Germania ad avere la più alta quota di elettricità da fonti rinnovabili (41%), seguita dall’Italia (40%) e dalla Spagna (38%), mentre la media europea si attesta al 35% e la Francia su livelli ben inferiori (21%). Questo sorpasso è avvenuto perché negli ultimi due anni, mentre in Italia perdurava lo stallo delle fonti rinnovabili, negli altri Paesi queste fonti sono tornate a crescere tantissimo: nel 2021 l’Italia ha installato solo 1,4 GW di nuovi impianti eolici e fotovoltaici, mentre la Francia ne ha realizzati 3,9, la Spagna 4,1 e la Germania 6,3.

“L’Italia è uno dei Paesi in cui gli iter autorizzativi per costruire nuovi impianti rinnovabili sono i più lunghi in Europa. Alcune Regioni varano moratorie contro le rinnovabili e spesso le Sovrintendenze si oppongono alla realizzazione degli impianti in nome della tutela del paesaggio. Tutto questo ci porta ad essere fanalino di coda per crescita delle rinnovabili tra le grandi economie europee”.

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