Un Vademecum sulle Comunità energetiche Rinnovabili per sapere tutto sulle CER e capire come rappresentino un’opportunità per i borghi italiani: SunCity ha realizzato un documento in cui risponde ai quesiti più importanti sulle CER e racconta come la transizione ecologica ed energetica passi infatti anche attraverso i piccoli comuni in cui stanno crescendo oggi le esperienze che raccontano come una rivoluzione per il nostro sistema energetico sia possibile grazie ad innovazione e autoproduzione da rinnovabili. Ad esempio, il progetto implementato da A2A e SunCity, a fianco di Acea, Hera e Iren, ed Impresa21, promotore di una nuova cultura d’impresa, nel piccolo borgo abruzzese di Gagliano Aterno: insieme a questi partner, Suncity, leader del settore del solare sui tetti e dell’efficienza energetica, ha realizzato un primo progetto di comunità energetica situata sulla superficie dell’Antico Fontanile dove sarà realizzato inizialmente un impianto fotovoltaico da 20 kW, che prevede un ampliamento fino a 200kw (potete vedere qui una video intervista che presenta il progetto).
Terminati i lavori e la messa in opera dell’impianto nell’area del fontanile, sono state raccolte le adesioni di partecipazione alla comunità, indipendentemente se si voglia realizzare un impianto fotovoltaico. È stata quindi costituita la Comunità Energetica, previa notifica del GSE e connessione dell’intero impianto alla rete, che permetterà ora ai cittadini che hanno aderito alla CER di ridurre i loro costi di approvvigionamento dell’energia e di conoscere le dinamiche che caratterizzano la produzione, il consumo e la vendita di energia elettrica.
Su questo importante tema, SunCity è attiva anche sul territorio abruzzese, grazie alla partnership con Pescara Energia, per una maggiore diffusione delle comunità energetiche, coerente sia con i target nazionali ed europei sulla transizione ecologica, sia con la necessità di concretizzare soluzioni al caro bollette. Il 1 giugno 2022, si è tenuto a Francavilla a Mare (CH) il convegno “Le comunità energetiche” organizzato da ANACI Pescara, in cui Pietro Pitingolo, Responsabile Sales&Marketing SunCity ha approfondito il tema delle CER e le loro applicazioni pratiche.
Il 2022 è un anno cruciale per i borghi sotto i 5mila abitanti che attendono l’attuazione della normativa legata alle CER e l’attivazione del fondo da 2,2 miliardi di euro del PNRR destinato allo sviluppo di comunità energetiche in questi territori. Le comunità energetiche, introdotte giuridicamente in Italia nel 2020 con l’art 42 bis del Decreto Milleproroghe, rendono finalmente possibile nel nostro Paese lo scambio comunitario di energia rinnovabile, determinando un cambio di paradigma nella generazione energetica e distribuendo in queste realtà importanti vantaggi economici, sociali e ambientali diffusi. Parliamo di un nuovo modello di produrre e distribuire energia che fa a meno delle fonti fossili, in un’ottica di partecipazione democratica tra cittadini, imprese, istituzioni.
Sono 38 i piccoli comuni italiani 100% rinnovabili che grazie al mix delle fonti rinnovabili riescono a produrre più energia elettrica e termica di quella consumata dalle famiglie residenti; 2.271 quelli 100% elettrici, dove la produzione elettrica da rinnovabili supera i fabbisogni delle famiglie residenti. Numeri raccolti da Legambiente e Kyoto Club in occasione della presentazione di Voler Bene all’Italia 2022,
Ma che cos’è una comunità energetica? Come si fa per costituire una CER?
La definizione di comunità energetica è contenuta nella direttiva (UE) 2018/2001 – RED2 – sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili e della direttiva (UE) 2019/944 sulle regole comuni per il mercato interno dell’energia.
I due modelli sono:
a) Autoconsumo Collettivo: gruppi di auto consumatori di energia rinnovabile, che agiscono collettivamente. Si intendono clienti finali che operano su siti propri, vicini ai luoghi di consumo, che producono, immagazzinano e vendono energia elettrica autoprodotta con metodi rinnovabili. Tali attività non devono costituire l’attività prevalente;
b) Comunità di energia rinnovabile: una libera associazione, i cui azionisti o membri sono persone fisiche, piccole e medie imprese (PMI), enti territoriali o autorità locali, comprese le amministrazioni comunali, di consumer ubicati nelle prossimità dell’impianto di generazione, che la acquistano a un prezzo calmierato e ne usufruiscono, e prosumer (coloro che producono e distribuiscono l’energia in eccesso) a livello della stessa cabina elettrica. Anche in questo caso, per le imprese private, la partecipazione alla comunità non deve essere l’attività prevalente.
Quali sono i vantaggi delle CER
I vantaggi sono molteplici, in primis sul piano del risparmio in bolletta per gli associati alle cosiddette CER, ma anche introdotti da incentivi ad hoc previsti già nel 2019 dal Milleproroghe e regolati dal decreto del Ministero dello Sviluppo economico del 16 settembre 2020, che definisce nel dettaglio la tariffa per l’energia autoconsumata. I vantaggi in dettaglio:
– I partecipanti alle CER beneficiano di un incentivo di 110 €/MWh di Energia condivisa per 20 anni.
– L’eventuale eccedenza di energia viene acquistata dal GSE (50-60€/MWh all’incirca 3 volte il prezzo all’ingrosso dell’energia).
– È riconosciuta un’esenzione degli oneri di rete e di sistema per effetto della coincidenza tra produzione e consumo con uno ristoro quantificato dall’Autorità per l’Energia di 8-10€/MWh.
– Per investire su impianto e i sistemi di accumulo, si beneficia delle detrazioni fiscali del 50% sugli impianti FER e per una parte della capacità installata (fino a 20kWp) anche le agevolazioni previste dal Superbonus 110%. I vincoli per la costituzione di una CER sono che tutti i partecipanti devono essere serviti dalla stessa cabina di trasformazione a BT e che il limite di potenza installata degli impianti non superi i 1000 kWp.
Indipendentemente dal modello, tutte le comunità energetiche sono accomunate da uno stesso obiettivo: l’autoproduzione di energia e l’autoconsumo come soddisfacimento del proprio fabbisogno energetico, ma anche l’ottimizzazione dei consumi, cedendo l’energia non autoconsumata alla rete per i consumi degli altri partecipanti alla comunità (energia condivisa), a prezzi accessibili ai membri. Le soluzioni tecniche possono essere molteplici, di conseguenza il sistema normativo e regolamentare è articolato e complesso.
Il Vademecum di SunCity sulle Comunità Energetiche
SunCity ha quindi deciso di fornire informazioni utili e operative per chi intende valutare e, auspicabilmente attivare, questa nuova opportunità attraverso un Vademecum sulle Comunità Energetiche Rinnovabili in cui risponde ai quesiti più importanti sulle CER, quali la normativa di riferimento, i limiti tecnici, i vincoli sulle tipologie di aziende/attività che possono accedere alle CER, le differenze tra incentivi previsti per le CER, ed il meccanismo dello scambio sul posto, come viene remunerata l’energia messa in rete e non autoconsumata, e tanti altri ancora.
Il Vademecum è scaricabile qui.
Grazie al Gruppo SunCity, Business Partner di A2A Life Company, è possibile prendere parte alla rivoluzione dell’energia: la vostra abitazione, insieme alla casa di molte altre persone come voi, può essere infatti connessa per condividere l’energia e permettere a tutti l’autonomia energetica e il risparmio sulla bolletta necessari di fronte all’attuale crisi energetica. Cittadini, imprese e attività commerciali possono produrre, scambiare e gestire insieme l’energia elettrica prodotta da fonti energia rinnovabile condividendo uno o più impianti (< 200 kW) che siano entrati in esercizio dopo il 1° marzo 2020 o utilizzando le reti di distribuzione già in essere.
Le CER in Italia e l’Orange Book
Il gruppo SunCity, inoltre, è impegnato sul tema delle comunità energetiche a tutto tondo, come testimonia l’Orange Book “Le comunità energetiche in Italia”, curato da RSE e dalla Fondazione Utilitatis con la collaborazione scientifica di A2A Life Company e del Gruppo SunCity, Business Partner di A2A.
L’Orange Book ha fatto un’analisi di alcuni progetti pilota individuando i vantaggi sia per i costruttori grazie ad una complessità impiantistica ridotta, che per i consumatori, grazie alla riduzione dei costi, all’uso di energia pulita e al monitoraggio dei consumi .Gli incentivi che vengono riconosciuti per le configurazioni delle Comunità Energetiche possono ridurre ulteriormente il tempo di ritorno dell’investimento: ad esempio per chi realizza un impianto fotovoltaico per l’autoconsumo può beneficiare del 50% di detrazione per una cifra massima di 96mila euro, da recuperare in 10 anni fino a fine 2024.
Le comunità energetiche attualmente presenti in Italia sono poco più di 20, con installazioni di taglia compresa tra i 20 e i 50 kilowatt picco; ma con la spinta del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che prevede finanziamenti specifici per favorire la diffusione delle modalità di autoproduzione e autoconsumo collettivo, si riuscirebbe a produrre un quantitativo di energia di circa 2.500 GWh annui, in grado di evitare l’emissione di 1,5 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. L’investimento mira ad installare circa 2.000 MW di nuova capacità di generazione elettrica in configurazione distribuita da parte di comunità delle energie rinnovabili e auto-consumatori. Ipotizzando una produzione annua da fotovoltaico di 1.250 kWh per ogni kW, si produrrebbero così circa 2.500 GWh annui, in grado di evitare l’emissione di 1,5 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.
Da un lato, si osserva nell’Orange Book, le comunità possono contribuire ad accelerare l’utilizzo di energie da fonti rinnovabili e a favorire la ricerca di nuove soluzioni per aumentare l’efficienza dei sistemi esistenti, stimolando l’innovazione tecnologica per ridurre al minimo l’impatto ambientale senza compromettere la crescita e lo sviluppo sostenibile. Dall’altro lato, la diffusione delle comunità energetiche può costituire un importante strumento di contrasto alla povertà energetica: a fronte della recente volatilità dei prezzi di fornitura, tali realtà possono permettere di contenere i costi sia per le utenze domestiche che per quelle non domestiche.
La maggiore criticità risiede negli aspetti normativi e regolatori del mercato energetico, dove prevale una logica centralizzata che non prevede l’inquadramento delle iniziative locali.
Il futuro delle Comunità Energetiche
In termini di sviluppo, si stima che nel quinquennio 2021 – 2025, dalle Comunità Energetiche possano arrivare quasi 4 gigawatt di nuova potenza fotovoltaica. “Una spinta importantissima se si pensa che 4 gigawatt significano un quinto di tutto quello che è stato installato fino ad oggi in Italia sul fotovoltaico, afferma ANIE Rinnovabili, attiva da tempo nel sottolineare l’importanza che rivestiranno le Comunità Energetiche rinnovabili ai fini della transizione energetica”. Si stima inoltre che al 2030, dalle Comunità energetiche, possa arrivare il 19 per cento della domanda di energia a livello europeo. Una cifra enorme.
Oltre a queste potenzialità di sviluppo, anche altri fattori fanno guardare alle Comunità Energetiche con grande interesse. Uno di questi è costituito dal fatto che oggi le Comunità energetiche stanno determinando un nuovo paradigma della produzione e dell’utilizzo di energia elettrica. Paradigma che ottimizza ancora di più uno dei principali driver delle rinnovabili ovvero la percentuale di autoconsumo dell’energia prodotta. La conseguente convenienza economica si traduce, tanto per un privato quanto per una azienda (PMI soprattutto) o un Ente Locale, in una bolletta più leggera con la possibilità quindi di liberare risorse per altri investimenti e, per le PMI, di aumentare la competitività abbattendo il costo del prodotto del servizio offerto.
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