L’ormai noto Superbonus 110%, nel susseguirsi delle norme in costante evoluzione negli ultimi due anni, non ultima la Legge di Bilancio 2022, ha sicuramente molti pregi, ma non è privo di difetti. La maxi agevolazione, introdotta dal Decreto Rilancio 2020 per effettuare interventi di riqualificazione energetica e di riduzione del rischio sismico degli immobili, è stata confermata anche per il 2022, con l’unico vincolo che entro il mese di giugno sia completato il 30% del lavori.
Le altre novità riguardano, lo ricordiamo, la proroga dell’applicazione del Superbonus agli impianti fotovoltaici fino a 48mila euro di spesa e l’inclusione dell’estensione dei lavori “trainanti” anche i lavori “trainati”, l’abolizione del tetto Isee di 25mila euro per le ville unifamiliari e l’estensione della norma agli anni successivi, ma con progressiva riduzione del beneficio fiscale: nel 2024 l’aliquota scenderà al 70% e nel 2025 al 65%.
Per poter sfruttare il Superbonus, per interventi edilizi, occorre un miglioramento di almeno due classi energetiche dell’Ape (Attestazione di prestazione energetica) e ciò presuppone quindi di raggiungere un’adeguata riqualificazione per la quale è necessario affidarsi a professionisti del settore.
Superbonus e Fotovoltaico: tante richieste, poca chiarezza
Alla crescente domanda di fotovoltaico corrisponde spesso l’errata convinzione che si possa installare solo un impianto fotovoltaico con il Superbonus 110%.
Chi opera nel settore, tuttavia, sa che la realtà non è questa. Il Superbonus 110% consente di includere anche l’installazione di un impianto fotovoltaico, a patto di effettuare i cosiddetti “lavori trainanti” di riqualificazione energetica e, soprattutto, di garantire il salto di due classi energetiche dell’immobile, che è un requisito che richiede una corposa fase di certificazione pre e post interventi. Tra le varie opportunità offerte dal Superbonus 110 % vi è infatti l’installazione di impianti fotovoltaici con sistemi di accumulo. Con la realizzazione di uno dei cosiddetti interventi “trainanti” (ad esempio isolamento termico o sostituzione dell’impianto di riscaldamento con una pompa di calore ad alta efficienza) è possibile ottenere la detrazione al 110% anche per altri interventi “trainati“. Come, appunto, l’installazione di un impianto fotovoltaico (con o senza accumulo).
Superbonus e impatto sulla riqualificazione edilizia
Nel 2021 il mercato degli interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio è accelerato velocemente, frutto soprattutto degli interventi di manutenzione (straordinaria e ordinaria) che hanno rappresentato oltre il 70% del valore della produzione del settore delle costruzioni.
Per quanto riguarda il Superbonus, Enea e Ministero dello Sviluppo Economico dichiarano un consuntivo di 57.664 interventi per una somma dei lavori di progetto pari a 9,74 miliardi di euro, con l’ammontare della detrazione spettante (spesa pubblica) di 10.715 milioni di euro.
Alcune incongruenze emergono nella documentazione prodotta dalla Camera dei Deputati e, più precisamente, dalla VIII Commissione al Servizio Studi e realizzata dall’Istituto di ricerca Cresme, intitolata “ Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto delle misure di incentivazione“, con i dati aggiornati a dicembre 2021.
Dal documento emerge (pagina 16) come il Superbonus sia intervenuto soltanto sullo 0,42% della superficie complessiva degli edifici residenziali esistenti in Italia, per un risparmio energetico complessivo dichiarato (trasformato in tonnellate di petrolio equivalente), pari a 0,20 MTep/anno. L’obiettivo stabilito dal PNIEC era di 0,33 Mtep/annui: “pertanto – si legge nel documento- in considerazione del prolungamento del Superbonus già nei prossimi anni, con tutta probabilità si potrebbe arrivare a superare il target”.
I lavori di riqualificazione nella sola edilizia residenziale, stimati dal Cresme, ammonteranno a fine 2021 a 75 miliardi di euro (25 miliardi oltre il 2020 e 21 miliardi oltre il 2019); di questi, 51.242 milioni di euro provengono dalla riqualificazione “incentivata”.
Secondo le stime del Cresme gli investimenti complessivi in riqualificazione edilizia, sommando edilizia residenziale e non residenziale, nel 2021 arrivano a un ammontare di quasi 100 miliardi di euro (99,3), 30 miliardi in più rispetto al 2020 e 24 miliardi in più rispetto al 2019.
Con il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Governo Draghi ha destinato al Superbonus nel complesso ben 14 miliardi di euro, una cifra piuttosto ingente che, anche grazie all’ultimo decreto Semplificazioni dell’agosto 2021, predispone il terreno per un ulteriore picco delle richieste per l’agevolazione. All’interno del documento, emerge come tale investimento, potrà raggiungere il suo punto di “payback” (punto in cui quanto speso si pareggia ed inizia la produzione di utili) per quanto riguarda la spesa sostenuta per “l’involucro esterno delle case efficientate”, tra ben 68 anni per il recupero della spesa degli interventi trainanti sull’involucro e tra 56 anni per gli interventi (non impianti) trainati sulle singole unità immobiliari. “In altri termini – si legge nel documento – quando il risparmio energetico accumulato negli anni ci permette di recuperare il denaro speso, il nostro involucro edilizio avrà, probabilmente, esaurito la sua vita tecnica utile. Come per gli infissi, le coperture, gli impianti interni alle abitazioni”.
Vale la pena dunque ricordare: Quali sono i lavori ammessi al Superbonus 110%?
Due sono le tipologie di interventi per i quali viene riconosciuto il Superbonus 110%: i lavori trainanti e i lavori trainati.
I lavori trainanti che si possono effettuare nell’ambito del Condominio sono:
- gli interventi di isolamento termico di almeno il 25% della superficie opaca dell’edificio (si pensi al cosiddetto cappotto termico);
- sostituzione degli impianti di climatizzazione con soluzioni alternative che implichino un risparmio energetico;
- lavori di adeguamento antisismico.
Rientrano nel Superbonus 110%, se eseguiti in abbinamento a interventi trainanti, anche ad esempio la sostituzione di serramenti e infissi, schermature solari, installazione di pannelli fotovoltaici o interventi di abbattimento delle barriere architettoniche (cosiddetti interventi trainati). Questi ultimi si possono effettuare sia sulle parti comuni del condominio che all’interno dei singoli appartamenti.
Superbonus e impennata del prezzo delle materie prime
Un altro aspetto controverso è quello legato allo spropositato aumento dei prezzi delle materie prime dell’edilizia. Il superbonus 110% e la riconferma degli incentivi statali (ecobonus del 90% per le facciate, del 65% per le ristrutturazioni, cappotti e impianti termici), sono misure che hanno creato grandi aspettative ed una mole notevole di richieste di interventi nel settore dell’edilizia e dell’impiantistica e che hanno contribuito a far registrare una vera e propria impennata dei prezzi dei materiali. La CNA territoriale di Pesaro e Urbino ha denunciato che il prezzo di ferro e acciaio è aumentato del 130% tra novembre 2020 e febbraio 2021 e che le materie prime dell’edilizia (calcestruzzo, laterizi, colle, vernici, legno e prodotti vari) sono lievitate mediamente del 30/40%.
“Si tratta di aumenti che hanno ormai sforato abbondantemente il prezziario regionale, una sorta di listino prezzi dei materiali e punto di riferimento per le imprese e i soggetti appaltanti sia per quanto riguarda il Superbonus del 110% che per le gare pubbliche attraverso il quale sono stati approntati in questi mesi molti preventivi e offerte – denuncia CNA Costruzioni in una nota – Ed ora questi aumenti mettono in condizioni imbarazzanti le imprese, costrette in molti casi a rivedere i loro preventivi o, peggio, a dover concludere lavori già iniziati con un aumento dei costi a consuntivo che il committente potrebbe non accettare o riconoscere”.
CNA e CNA di chiedono dunque un decisivo intervento da parte degli organi di controllo per evitare manovre speculative nella filiera come quelle che si stanno registrando.
Superbonus e aumento del valore degli immobili
Il Superbonus 110% potrà rivalutare del 27% gli immobili sottoposti agli interventi edilizi correlati agli incentivi statali.
Secondo dati raccolti dalla proptech Vorrei.it, una casa sottoposta agli interventi di ristrutturazione previsti dal Superbonus potrebbe aumentare in modo rilevante il suo valore di mercato.
“I compratori – dichiara in una nota- sono sempre più attenti alla classe energetica durante la ricerca dell’immobile da acquistare, non solo per un effettivo risparmio su costi di riscaldamento, ma anche la crescente attenzione per la sostenibilità anche nel settore immobiliare”. Le opere di coibentazione come il cappotto termico, l’isolamento del tetto e l’impianto termico più performante o con pompa di calore faranno aumentare il valore degli immobili più nelle regioni del nord e sui mercati dove sono presenti immobili più vecchi e case indipendenti.
Contrariamente a quanto si possa pensare le pratiche completate per il Superbonus 110% non sono per la maggior parte nelle regioni italiane più fredde, ma distribuite su tutto il territorio nazionale con ai primi 6 posti Lombardia, Veneto, Lazio, Toscana, Emilia Romagna e Sicilia (Fonte: Enea, aggiornati al 31 agosto 2021).
Superbonus e frodi
La cancellazione del tetto Isee per il Superbonus 110% sulle unità abitative indipendenti e la modifica delle disposizioni del decreto Anti-frodi ( per il quale è stato stabilito che non si applichi agli interventi in edilizia libera sotto i 10 mila euro) sono elementi molto positivi per dare continuità alle misure di incentivazione. Si è resa necessaria però, l’adozione di misure urgenti per il contrasto alle frodi relative alle detrazioni e cessioni di crediti per lavori edilizi, introdotta con il DL antifrodi (decreto legge 11 novembre 2021, n. 157) che ha esteso l’obbligo del visto di conformità, previsto ora per la cessione del credito o lo sconto in fattura, anche nel caso in cui il Superbonus 110% venga utilizzato dal beneficiario in detrazione nella propria dichiarazione dei redditi, tranne quando la dichiarazione stessa sia presentata direttamente dal contribuente o tramite il sostituto d’imposta.
Per quanto concerne dunque la documentazione necessaria, oltre al visto di conformità deve essere rilasciata un’asseverazione tecnica. Essa è redatta da un tecnico abilitato al termine dei lavori o per ogni stato di avanzamento degli stessi e certifica la presenza dei requisiti tecnici sulla base del progetto nonché la congruità dei prezzi applicati.
L’obbligo di asseverazione viene inoltre esteso anche per gli ecobonus al 65% e 50% prevedendo però come già detto sopra, l’esonero per lavori di importo fino a 10mila euro così da evitare che il costo degli oneri annulli il valore della detrazione.
La Rete Professioni Tecniche ha sottolineato come he più del 60% dei 3 miliardi di metri quadri di immobili residenziali in Italia siano stati costruiti prima del 1977 (con norme poco o per nulla evolute in termini di risparmio energetico e prevenzione sismica), e come oltre 4 milioni di persone vivano in case danneggiate e più di 6 milioni di persone risiedano in case gravemente umide.
Sarebbe importante dunque che il Governo intervenga correggendo queste contraddizioni affinché il Superbonus sia uno strumento per realizzare in modo efficace quel piano estensivo di interventi sul patrimonio edilizio per raggiungere i livelli di risparmio energetico che l’Italia si è impegnata a realizzare nei confronti dell’Unione Europea, un piano di ristrutturazione ed efficientamento energetico che entro il 2025 possa avere principalmente effetti positivi.