La scorsa settimana Massimo Cavaliere, AD di SunCity, è stato invitato a prendere parte, insieme ad altri duecentotrenta delegati provenienti da tutti i paesi UE (rappresentanti dei vari ministeri e degli enti regolatori, utilities, gestori delle reti di distribuzione, grandi aziende e associazioni di consumatori) ai lavori del Citizens’ Energy Forum di Londra.
Organizzato dalle DG Energia e Giustizia della Commissione Europea, l’obiettivo dell’Energy Forum è quello di stabilire le regole e creare gli strumenti per un accesso al mercato energetico che sia equo per tutti i consumatori, con particolare riferimento a quelli più vulnerabili.
Massimo Cavaliere ci racconta di cosa si è discusso ad uno degli eventi più importanti del settore energetico.
Le criticità della trasformazione
Le discussioni emerse nella due giorni londinese hanno avuto di fatto un unico leitmotiv: dare vita ad un “New Deal” per il mercato energetico retail.
È parso evidente come, oggi più che mai, sia necessario riformare il modello del mercato, ancora troppo distante dai passi da gigante fatti nell’ultimo decennio nel settore delle nuove tecnologie per la generazione distribuita, il risparmio e l’efficienza energetica, e così disorganizzato da lasciare spesso i consumatori disorientati.
La nuova configurazione di cui si è parlato all’Energy Forum invece, parte proprio dalla centralità del consumatore, che deve diventare il vero e proprio protagonista della transizione energetica.
Affinché ciò avvenga sarà necessario colmare l’enorme divario fra il mercato all’ingrosso e quello al dettaglio, accorciando sensibilmente la catena fra produzione e consumo.
Il “nuovo corso” dovrà non soltanto garantire una maggiore chiarezza delle dinamiche tra i vari attori del mercato, ma soprattutto mettere in atto l’effettiva democratizzazione del servizio energetico, perché diventi accessibile a tutti i consumatori in maniera equa e consapevole.
Durante il mio intervento non ho mancato di sottolineare l’importanza del tema, evidenziando dal punto di vista di un energy service provider come SunCity, cosa e quanto sia possibile fare in tale direzione grazie ad un approccio verticalmente integrato al mercato energetico, ma anche quali sono le barriere strutturali, di mercato, finanziarie, tecnologiche ed anche culturali che ancora rendono lunga e irta di ostacoli la strada verso un mercato davvero liberalizzato e dominato dalle energie verdi, dall’efficienza energetica e dalla generazione distribuita.
Cosa serve per avviare la trasformazione del mercato energetico?
L’impegno richiesto alla Commissione Europea, organizzatrice stessa dell’Energy Forum, si articola in molteplici punti.
È chiaramente emersa la necessità di riformare una struttura di mercato che tenga conto delle reali esigenze e dei comportamenti dei consumatori, che non sono chiamato più semplici attori passivi, e basata sull’integrazione tra produzione, distribuzione e consumo che contenga importanti elementi di flessibilità nella gestione dei flussi energetici
Alla base di tale processo deve necessariamente esistere un quadro normativo chiaro e ben definito.
Combattere la mancanza di informazioni relative ai costi ed ai consumi e la limitata trasparenza delle offerte è diventato un obbligo improrogabile: i consumatori devono poter scegliere in modo semplice e cosciente, abbandonando la diffidenza che si è generata nel tempo nei confronti degli operatori del mercato energetico.
Al tempo stesso, è necessario garantire l’accesso alle nuove tecnologie, come contatori intelligenti, elettrodomestici smart e strumenti per migliorare l’efficienza, soluzioni che consentiranno agli utenti di abbassare strutturalmente il costo energetico.
Ancora, è importante riuscire a frenare il costante aumento degli oneri di rete che gravano sulle bollette dell’utenza energetica e lavorare sull’integrazione sempre più ampia delle tecnologie rinnovabili, che devono essere fruibili da tutti, anche dagli utenti delle fasce economicamente meno agiate, verso i quali è necessario predisporre una vera e propria legislazione di tutela.
La prospettiva futura è quindi quella di giungere alla creazione di un grande network energetico condiviso formato da tanti prosumers, ovvero utenti capaci di autoprodurre l’energia che consumano e in grado di scambiarsi i flussi energetici in una sorta di rete neuronale, caratterizzata dalla generazione circolare di energia pulita.
Il risultato sarà un mercato in cui è possibile fornire sistematicamente energia dove e quando effettivamente serve, in cui emergerà chiaramente che non può esserci vera efficienza senza condivisione.
Un obiettivo ambizioso?
Sicuramente sì, soprattutto se lo si pensa diffuso su larga scala, ma anche un obiettivo realistico, la cui concreta attuazione è già stata avviata in Europa.
Esempio concreto ne è il progetto USEF, in sperimentazione in Finlandia e presentato durante i lavori dell’Energy Forum.
Affinchè questa nuova configurazione di mercato possa estendersi e diventare dominante occorreranno adeguati investimenti nelle smart grids, in sistemi di gestione IT e nei sistemi storage.
Questo investimento deve tuttavia essere affiancato da una chiara decisione politica a livello comunitario, così come all’interno di tutti i Paesi membri, al fine di abbattere le barriere transnazionali.
Le posizioni e lo stadio di sviluppo dei mercati nei vari Paesi sono ancora troppo distanti e disuniformi e ciò forse costituisce la principale barriera ad un mercato realmente equo e democratico.
Un ruolo cruciale è certamente assegnato alle grandi utilities e ai gestori delle reti di distribuzione, che devono fungere da facilitatori di tale processo, ma tutti gli operatori di mercato sono in realtà chiamati a dare il loro contributo, perché un mercato così configurato avrebbe enormi vantaggi per tutti, non solo per i consumatori finali.
La proposta di SunCity
Anche noi di SunCity stiamo lavorando per dare un contributo alla creazione di un network di condivisione energetica: pionieri nell’applicazione dei SEU (Sistemi Efficienti di Utenza), abbiamo poi ridefinito, ingegnerizzandolo, il processo di efficientamento energetico per renderlo applicabile senza la necessità di costosi audit a clienti small biz e PMI.
Ora con il progetto eSun ci rivolgiamo al segmento domestico, per renderlo attivamente partecipe al mercato energetico.
Si tratta di un modello innovativo, quello dell’energy sharing, che parte dal presupposto secondo cui l’energia non è più una mera commodity ma un vero e proprio servizio condiviso ed integrato.
Come dice la parola stessa, l’energy sharing è basato sulla condivisione dell’intero processo di installazione di un impianto fotovoltaico e dell’utilizzo dell’energia da esso prodotta, che garantisce all’utente un diminuzione strutturale della bolletta energetica.
In quest’ottica l’utente diventa un vero e proprio partner di SunCity.
La filosofia che sottende il modello eSun è proprio il desiderio di democratizzare l’energia, cioè di rendere accessibile ed equo il servizio energetico per tutti i consumatori, offrendo loro la possibilità di diventare prosumers e consumatori consapevoli ed efficienti di energia pulita.
La trasformazione del mercato energetico è alle porte
In definitiva, posso dire che partecipando ai lavori dell’Energy Forum ho consolidato qualche certezza.
Di certo alcuni dei Paesi europei sono già molto avanti nel processo di integrazione tra produzione e consumo, con indubbi benefici per tutti coloro che vi partecipano, dai consumatori ai produttori, dai gestori di rete fino agli energy service providers.
Quello che è più importante però è che la radicale trasformazione della configurazione del mercato energetico è un processo ormai irreversibile.
È proprio questa la strada giusta, perché solo così si apriranno le porte ad un mercato più equo e flessibile, che privilegerà l’efficienza e l’autoproduzione da fonti rinnovabili.
Nonostante i recenti segnali del governo italiano in merito siano piuttosto anacronistici, ripongo fiducia nel fatto che anche l’Italia prenderà parte a questo epocale cambiamento, essendo inserito in un disegno più grande di quello nazionale e che abbraccia tutti i Paesi europei.