Lavaggio dei pannelli fotovoltaici: perché è decisivo per la massima producibilità (e quando conviene farlo)

16, Set 2025 | Efficienza energetica, Energy News, NEWS DAL MONDO SUNCITY, Uncategorized

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Lavaggio dei pannelli fotovoltaici: perché è decisivo per massimizzare la producibilità dell’impianto (e quando conviene farlo)

Perché la pulizia incide così tanto

Lo sporco che si accumula sui moduli (polveri, sale marino, smog, pollini, escrementi di volatili) crea il cosiddetto soiling, un accumulo di sporcizia che riduce la capacità di captazione della radiazione solare, con conseguente diminuzione dell’efficienza dei pannelli e produzione di energia elettrica. Le perdite da soiling sono molto variabili in base al clima e al sito dove gli impianti sono installati: in contesti temperati possono essere contenute, mentre in aree aride, costiere o industriali possono raggiungere diverse decine di punti percentuali se non si interviene con una manutenzione adeguata, nello specifico il lavaggio periodico delle superfici vetrate dei moduli. Lo sporco rappresenta una causa primaria di sotto-performance dell’impianto, a cui è possibile porre rimedio pianificando in maniera oculata strategie in funzione del contesto e delle caratteristiche del sito.

Una rassegna scientifica del 2024 (puoi trovarla a questo link) evidenzia come la natura delle polveri, il tilt e l’ambiente (urbano/industriale/rurale) influenzino in modo determinante la perdita di efficienza: in condizioni estreme l’impatto può diventare molto elevato.

Cosa abbiamo osservato sul campo (esperienza SunCity)

Come spiega Alessio Verrone, Responsabile Asset Manager di SunCity, il monitoraggio continuo dell’andamento delle prestazioni risulta fondamentale per pianificare il momento migliore per effettuare un lavaggio professionale in grado da riportare rapidamente le performance dell’impianto a regime.

In generale, occorre effettuare almeno un lavaggio all’anno, preferibilmente prima della stagione primaverile al fine di ottimizzare la produzione nel periodo migliore, caratterizzato da maggiori livelli di radiazione solare e temperature non eccessive. Tuttavia, il numero di interventi va tarato in funzione del contesto in cui l’impianto si trova. In prossimità di siti industriali o produttivi (allevamenti intensivi), caratterizzate da un’importante movimentazione di mezzi pesanti, può essere necessario effettuare più di un lavaggio all’anno.

Inoltre, moduli installati in maniera complanare a superfici caratterizzate da esiguo tilt tendono a formare una fisiologica fascia di sporco che nel tempo si impacca e stratifica, rendendone difficile la rimozione se non si interviene periodicamente con un lavaggio di tipo professionale.

Spesso i clienti hanno la percezione che siano sufficienti le piogge per mantenere pulito il proprio impianto. In molti casi ciò non accade, anzi, laddove le inclinazioni dei moduli sono esigue, spesso favoriscono il deposito di materiale. Si sottovaluta l’importanza del lavaggio e la necessità di affidarsi a partner affidabili evitando soluzioni fai-da-te.

Una delle esperienze più sfidanti che abbiamo affrontato negli ultimi anni è stata la pulizia di un impianto realizzato sulle coperture di uno stabilimento di riciclo del vetro, dove il deposito di polverino di vetro da alcuni camini tendeva velocemente a impaccarsi riducendo drasticamente la produzione di una porzione importante di impianto. Abbiamo pianificato un lavaggio in più fasi (alta pressione per incrostazioni, passaggio a bassa pressione con macchina a osmosi inversa e successivo trattamento nano-tecnologico anti-rideposito) che ha prodotto nei mesi successivi un miglioramento medio di circa il 7% rispetto alle attese.

Dalla stessa esperienza operativa è emerso che gli effetti positivi di un lavaggio accurato si protraggono in media per 4 mesi, che piogge leggere non sempre “autolavano” i pannelli soprattutto se i moduli hanno inclinazione < 10°, bensì contribuiscono al soiling, oltre al fatto che il numero di lavaggi va pianificato in funzione del contesto installativo, nonché della taglia. In merito a quest’ultimo aspetto, per impianti piccoli (residenziali) può risultare non conveniente economicamente effettuare due lavaggi (la resa non vale la spesa).

 

 

Quando lavare: una frequenza “intelligente”, non uguale per tutti

Non esiste una cadenza universale: va definita in base a collocazione geografica, tilt, condizioni meteorologiche e monitoraggio delle prestazioni, oltre che dal contatto diretto con i clienti che possono osservare situazioni critiche e avvisare della necessità di pianificare un intervento di pulizia straordinario (per es. in caso di piogge con deposito di sabbia…).

  • Zone costiere (salsedine): l’aerosol marino aumenta la corrosione dei componenti metallici e il soiling; qui i cicli possono essere più ravvicinati rispetto all’entroterra, soprattutto se le piogge trasportano sabbia.
  • Aree industriali o agricole: particolato, polverino e polveri agricole si depositano sulle superfici dei moduli impaccandoli; servono lavaggi periodici e, se necessario, trattamenti anti-soiling (uso di nano-tecnologie).
  • Centro-Sud Italia e Mediterraneo: gli eventi di polvere sahariana (spesso combinati con pioggerellina) possono ridurre sensibilmente la produzione; in questi casi è utile effettuare un lavaggio aggiuntivo dopo l’evento (Leggi l’articolo di QualEnergia.it in merito alla polvere sahariana)

Regola pratica SunCity

  • Minimo: 1 lavaggio/anno prima della primavera.
  • Consigliato: 2 lavaggi/anno in siti costieri/industriali/rurali polverosi o caratterizzati da tilt esiguo dei moduli (< 10°).
  • On-demand: dopo Sahara-dust, fioriture intense di polline, particolari lavorazioni nei siti che contribuiscono al deposito di polveri o sostanze, o picchi di drop di performance rilevati dal sistema di monitoraggio.

 

In ogni caso, si ricorda di prestare la massima attenzione a non calpestare i moduli durante il lavaggio, al fine di evitare la formazione di microfratture non visibili a occhio nudo, che possono vanificare l’effetto benefico del lavaggio.

In quali orari e con quali accorgimenti

Le indicazioni dei produttori e le best practice O&M consigliano di evitare di pulire quando i pannelli sono molto caldi al fine di evitare il rischio di thermal shock e la formazione di aloni. Si preferiscono dunque le prime ore del mattino o il tardo pomeriggio, usando acqua a temperatura ambiente e basso contenuto minerale (acqua demineralizzata / osmotizzata),

L’utilizzo di detergenti aggressivi è fortemente sconsigliato in quanto può compromettere il coating antiriflesso della superficie vetrata, aumentando nel tempo la riflessione di radiazione solare e riducendo conseguentemente la resa dell’impianto. Anche l’impiego di idropulitrici (alta pressione) è sconsigliato in quanto, in presenza di piccole cricche o microfratture sul vetro, ne possono generare la rottura. 

 

Fai-da-te o partner O&M?

Il fai-da-te è sconsigliato per ragioni di sicurezza, qualità del risultato e garanzie del produttore: l’uso di acqua dura, detergenti sbagliati o pressioni eccessive può creare micro-danni e aloni permanenti. Meglio affidarsi a un partner O&M qualificato che utilizzi acqua osmotizzata/deionizzata, attrezzature dedicate (aste telescopiche in fibra di carbonio con spazzole in crine di cavallo) oltre ai necessari DPI per svolgere i lavori in sicurezza e soprattutto che possa dare indicazioni strategiche “se/quanto/quando” effettuare il lavaggio.

 

Un partner O&M qualificato al tuo fianco

Il team O&M SunCity, analizzando le peculiarità dei siti e le caratteristiche installative, nonché i dati storici di produzione e radiazione solare in caso di impianti esistenti realizzati da terzi, è in grado di valutare il piano di manutenzione più adatto alle esigenze dei suoi clienti, in modo da garantire performance ottimali nel tempo.

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