Un impianto fotovoltaico dimensionato male: le differenze tra ieri e oggi, e i parametri di cui tener conto per non commettere errori

14, Dic 2018 | Efficienza energetica, Info

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Questo è il primo di due articoli in cui illustreremo un caso reale di impianto fotovoltaico dimensionato male. Prima di procedere però con l’analisi del caso, non possiamo approcciarci al discorso senza prima spiegare cosa si intende per dimensionamento di un impianto fotovoltaico, cosa è cambiato dopo la fine dei sistemi incentivanti e perchè questi hanno causato una rottura con i paradigmi del passato.

L’impianto fotovoltaico ieri e oggi

Fino a poco tempo fa nell’immaginario degli operatori del settore, ma anche di molti clienti, l’installazione di un impianto fotovoltaico era considerato un “investimentoeconomicamente vantaggioso da realizzare. Tutto questo a causa della presenza dei diversi Conti Energia e dei relativi meccanismi che promuovevano l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico.

Questo modello era caratterizzato da un meccanismo piuttosto lineare, che considerava semplicemente il prodotto, utilizzando come parametri fondamentali il costo e la superficie a disposizione da cui dipendeva direttamente il tasso di ritorno dell’investimento. Infatti a fronte di una spesa iniziale relativa all’acquisto dell’impianto, si otteneva un ricavo sicuro, come il bonifico periodico del GSE, a cui si poteva aggiungere un’ulteriore eventuale vantaggio per l’energia autoconsumata, ovvero l’energia prodotta dall’impianto e consumata dall’utente senza necessità di prelievo dalla rete.

La chiusura dei sistemi incentivanti ha completamente stravolto questo paradigma.

Difatti oggi la valutazione della convenienza economica nell’installare un fotovoltaico, valutata in termini di risparmio conseguito, e il corretto dimensionamento dello stesso, devono necessariamente partire da un’attenta analisi dei consumi energetici del Cliente.

Step #1: il corretto dimensionamento

Il dimensionamento di un impianto fotovoltaico è un processo piuttosto complesso che richiede la rilevazione di una serie di fattori di natura climatica, tecnica, economica e architettonica strettamente interrelati tra loro. Come abbiamo accennato poc’anzi, in passato la presenza dei meccanismi che incentivavano l’energia prodotta dall’impianto portava, in alcuni casi, a considerare il dimensionamento dell’impianto in funzione della superficie disponibile (focus sul m2) o sulla massima potenza disponibile al contatore del Cliente.

Oggi più che mai il corretto dimensionamento di un impianto fotovoltaico richiede un’attenta analisi dei consumi energetici del Cliente. Non a caso il nuovo parametro di cui bisogna necessariamente tener conto è la quota di energia prodotta dall’impianto ed autoconsumata dal Cliente da cui dipende, principalmente, il risparmio annuo prodotto dall’impianto e di conseguenza la convenienza economica dell’intervento.

Oggigiorno, il processo da implementare dietro al corretto dimensionamento di un impianto fotovoltaico, richiede la capacità del Soggetto promotore dell’intervento di saper leggere correttamente la bolletta per i consumi energetici del Cliente, in modo da individuare correttamente tutti i valori.

Infatti il passaggio da un valore certo e fisso del kWh prodotto, incentivo stabilito dal GSE attraverso delle tabelle prestabilite, ad un valore correlato alla bolletta dell’utente a cui viene applicato l’impianto, rende necessarie determinate competenze. Risulta infatti di cruciale importanza saper correttamente individuare i valori che vengono ridotti dall’autoconsumo, noti anche come componenti variabili, e quelli che invece restano da pagare, noti anche come componenti fisse, così da determinare correttamente il valore del kWh autoprodotto (e quindi risparmiato).

Due nuovi parametri sono cruciali per le aziende che operano nel settore, al fine di proporre correttamente un impianto fotovoltaico ai propri Clienti:

1) La dimensione dell’impianto: la scelta della taglia deve essere necessariamente effettuata massimizzando l’autoconsumo del Cliente.

2) Il corretto valore economico del kWh autoconsumato: una corretta lettura della bolletta diventa fondamentale per calcolare i vantaggi economici derivanti da un impianto fotovoltaico.

Non tutti gli operatori del settore però sono stati in grado di adattarsi a questo cambiamento di rotta, e purtroppo nel corso degli anni mi è capitato spesso di confrontarmi con Clienti “confusi” da preventivi contenenti impianti fotovoltaici sovradimensionati rispetto alle proprie esigenze energetiche e con prospetti economici estremamente ottimistici, in cui i kWh erano valorizzati in maniera “fantasiosa” o estremamente semplicistica (es. importo della bolletta / consumo fatturato).

Tutto parte dall’analisi dei consumi

Qualche tempo fa un nostro partner ha incontrato il proprietario di una struttura alberghiera nel Centro-Sud Italia, e durante il consueto appuntamento il quest’ultimo lo informa di essere già in possesso di un preventivo, che riteneva alquanto conveniente.

Il nostro partner, tuttavia, era stato in grado di stabilire un ottimo rapporto con il potenziale Cliente che gli ha fornito il preventivo ricevuto, in modo da poter effettuare una contro proposta competitiva (era necessario agire sulla determinante del “prezzo”, parametro dal Cliente reputato “fondamentale”).

Il nostro partner ha raccolto la proposta e me l’ha trasmessa per un confronto.

Si trattava di un documento di quasi 30 pagine redatto come una relazione tecnica.

Il documento si basava su un’analisi dei consumi del Cliente “..Ai fini di un corretto dimensionamento, la prima componente analizzata è stata chiaramente quella del profilo dell’utente con l’obiettivo di fornire una panoramica dei consumi elettrici globali e determinare l’incidenza di ogni Fascia Oraria (F1, F2, F3) sulla rete.

Perfetto! Approccio corretto, vediamo questi consumi:

Consumo Fascia F1 (kWh) Consumo Fascia F2 (kWh) Consumo Fascia F3 (kWh)
Maggio 2.900 2.000 3.000
Giugno 18.000 12.500 18.000
Luglio 32.200 22.300 32.200
Agosto 37.300 25.800 37.200
Settembre 7.100 4.900 7.100
Ottobre 5.200 3.600 5.200
Novembre 2.200 1.500 2.200
Dicembre 2.800 1.900 2.800
Gennaio 5.700 3.900 5.700
Febbraio 3.600 2.500 3.600
Marzo 5.300 3.600 5.300
Aprile 2.900 2.000 2.900
TOTALE 125.200 86.500 125.200
  37% 26% 37%

 

Con una nota nel documento veniva spiegato al Cliente (che magari aveva poca dimestichezza con le tematiche energetiche) che La Fascia F1 si applica dal Lunedì al Venerdì dalle 8.00 alle 19.00, esclusi i giorni festivi nazionali. La Fascia F2 si applica dal Lunedì al Venerdì dalle 7.00 alle 8.00 e dalle 19.00 alle 23.00, il sabato dalle 7.00 alle 23.00, esclusi i giorni festivi nazionali. La Fascia F3 si applica dal Lunedì al Sabato dalle 23.00 alle 7.00 e la domenica e i festivi tutta la giornata.

Il  mio commento a caldo analizzando questi dati è che la struttura del Cliente era soggetta ad una forte stagionalità:

 

Il consumo prevalente della struttura si ha nei mesi estivi (Giugno, Luglio e Agosto). Su un consumo complessivo di circa 337.000 kWh ben 206.000 kWh di consumo erano registrati nei mesi estivi (oltre il 60%!). Si trattava dunque di un Cliente con un consumo altamente concentrato in un determinato arco temporale, aspetto generalmente non ottimale per gli interventi di efficienza energetica ed in particolare per il fotovoltaico. I consumi concentrati comportano picchi di potenza che non possono essere ridotti drasticamente in quanto l’impianto nei rimanenti mesi rischia di essere estremamente sovradimensionato. Fortunatamente parliamo di consuminel caso di consumi fortemente concentrati nei mesi estivi si tratta perlomeno del periodo in cui un impianto fotovoltaico ha la maggiore produzione.

A questo punto la relazione tecnica in possesso del potenziale Cliente procedeva con l’analizzare la ripartizione di questi consumi nelle fasce orarie (F1, F2 ed F3):

 

Dall’analisi della distribuzione dei consumi si vede come i consumi principali siano registrati nelle Fasce F1 e F3 con una percentuale pari a circa il 37%.

Soddisfare il fabbisogno energetico di un Cliente non dipende solo da quanto produce l’impianto fotovoltaico ogni anno, ma soprattutto dalla capacità di produrre proprio nelle fasce orarie in cui avvengono la maggior parte dei consumi elettrici del Cliente.

E’ necessario, dunque, che l’impianto fotovoltaico sia dimensionato sui reali consumi del Cliente in modo da massimizzare l’autoconsumo, e minimizzare la cessione dell’energia prodotta in rete che comunque è valorizzata per impianti sotto i 500 kW con il meccanismo dello Scambio sul posto (CLICCA QUI per leggere il nostro articolo).

Nel prossimo articolo continueremo ad approfondire l’argomento, analizzando come era stato impostato il calcolo per il dimensionamento nella relazione tecnica in possesso del nostro potenziale Cliente, individuando gli errori commessi nel dimensionamento dell’impianto.

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