Crisi energetica: la soluzione è il fotovoltaico, l’appello di Italia Solare a Mattarella

9, Mar 2022 | Efficienza energetica

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La crisi energetica in corso, esacerbata dalla guerra della Russia all’Ucraina, impone di tagliare ogni legame con le fonti fossili per agevolare un sistema energetico rinnovabile, pulito e sicuro per tutti, come quello rappresentato dal fotovoltaico. È quanto auspica Italia Solare nella Lettera al Presidente della Repubblica Mattarella in cui chiede  “un’urgente revisione del sistema energetico italiano, per motivi etici, economici e di sicurezza nazionale”.

Per ridurre in modo significativo la dipendenza energetica dell’Italia, abbassando i costi delle bollette, la strada è quella delle rinnovabili e non quella di aumentare le emissioni riaprendo le centrali a carbone o aumentando le estrazioni di gas nazionale.

La dipendenza dell’Italia dalle fonti fossili e le emissioni 

dati sulle emissioni del settore termoelettrico elaborati da Ispra rivelano il peggioramento che ci attende a causa della crisi energetica: un ritorno nazionale al carbone (settore termoelettrico) per sopperire al calo di import di gas avrà un impatto massiccio sulla quantità di emissioni di CO2 italiane.

“Importiamo dalla Russia il 40% circa del gas che utilizziamoAumentare le estrazioni delle esigue risorse di gas nazionale non è sufficiente per ridurre le bollette di famiglie e imprese italiane. Né tantomeno ha senso puntare all’incremento delle importazioni perché richiede tempo e comunque non risolverebbe il problema dei prezzi e della sicurezza” scrive Italia Solare nella Lettera a Mattarella.

Se guardiamo qui di seguito la tabella del GSE sul fuel mix nazionale al 2019 e 2020 appare evidente come il settore energetico italiano di produzione di energia sia quasi completamente dipendente dal gas, e sia solo marginalmente toccato dalla crescita delle rinnovabili.

Composizione del mix iniziale nazionale utilizzato per la produzione dell’energia elettrica immessa nel sistema italiano nel 2019 (dato consuntivo) e 2020 (dato pre-consuntivo). Di seguito le fonti primarie utilizzate e la percentuale sul totale.

Gas naturale 2019: 43,20%
Gas naturale 2020: 42,28%
Fonti rinnovabili 2019: 41,74%
Fonti rinnovabili 2020: 45,04%
Carbone 2019: 7,91%
Carbone 2020: 6,34%
Nucleare 2019: 3,55%
Nucleare 2020: 3,22%
Prodotti petroliferi 2019: 0,50%
Prodotti petroliferi 2020: 0,48%
Altre fonti 2019: 3,10%
Altre fonti 2020: 2,64%

*Fonte GSE

Il blocco delle autorizzazioni alle rinnovabili 

“L’attuale situazione è il risultato della politica energetica dei governi degli ultimi anni, che non hanno mai intrapreso una rapida e vera transizione energetica a favore delle rinnovabili, che rappresentano l’unica soluzione immediatamente disponibile per dare ai nostri concittadini energia pulita e a costi accessibili. Tra le rinnovabili, il fotovoltaico è la tecnologia energetica economicamente più conveniente e quella che più di altre può garantire nuova potenza in breve tempo e, con gli accumuli, la continuità nelle forniture di energia.

Nonostante queste evidenze in Italia si installa sei volte meno che in Germania, quattro volte meno che in Spagna, tre volte meno di Olanda e Polonia perché in tutti questi anni non si sono volute sbloccare le autorizzazioni per realizzare nuova potenza fotovoltaica” sottolinea Italia Solare.

Le rigidità pluriannuali e sistemiche del sistema di autorizzazioni delle rinnovabili costituiscono, insieme agli scenari inquietanti della crisi ucraina, un’imperdibile occasione di revisione del sistema attuale come evidenzia Italia Solare:  “progetti sono pronti, ma per autorizzarli e consentirne la realizzazione serve un cambio di passo immediato. Non farlo è irresponsabile nei confronti delle famiglie e delle imprese italiane, oltre che immorale, perché acquistare gas dalla Russia significa finanziare un regime autoritario e le sue azioni belliche.

L’inefficacia delle misure del governo contro il caro energia

E invece i recenti interventi messi in campo dall’attuale governo per contrastare il caro energia non solo sono inefficaci, come è facilmente verificabile dai livelli raggiunti dalle ultime bollette, ma paradossalmente tutelano il gas e ostacolano lo sviluppo delle rinnovabili, come dimostrato dal prelievo dei ricavi provenienti dalla vendita di energia applicato solo alle fonti rinnovabili e non alle fossili (DL del 27.01.2022, art. 16 e DL del 25.02.2022, art. 5).

Il processo di transizione deve essere avviato subito, con un confronto costante con gli operatori delle rinnovabili e smettendo di assecondare le lobby fossili” chiede Italia Solare che sul tema organizza un convegno “Fotovoltaico alleato di industria e agricoltura contro il caro energia” che si terrà l’11 marzo a Padova

Gli operatori energetici su questo punto si sono già espressi: sono in grado di installare 60 GW di rinnovabili in 3 anni, a patto che si velocizzino al massimo gli iter autorizzativi, come ha dichiarato Elettricità Futura (EF).

«60 GW di nuovi impianti rinnovabili faranno risparmiare 15 miliardi di metri cubi di gas ogni anno, ovvero il 20% del gas importato. O, in altri termini, oltre 7 volte rispetto a quanto il Governo stima di ottenere con l’aumento dell’estrazione di gas nazionale», ha sottolineato Agostino Re Rebaudengo di EF.

Continuano a essere però un problema i tempi di autorizzazione per i nuovi impianti, come ben illustrato nell’ultimo report di Legambiente Scacco matto alle fonti rinnovabili”.

Il risparmio energetico rappresentato dal Fotovoltaico

Anche Greenpeace nel suo rapporto “Italia 1,5” fa notare come si potrebbe raggiungere il 75% di produzione di energia elettrica rinnovabile nel 2030 e il 100% nel 2040. E afferma “Un’ulteriore prospettiva ce la può dare l’efficienza energetica: ogni volta che a livello europeo aumentiamo il risparmio energetico dell’1%, riduciamo le importazioni di gas fossile dell’Europa del 2,6%; vi pare poco? Ecco perché l’efficienza energetica – anche attraverso a strumenti come il Superbonus 110%, e in generale gli interventi di ristrutturazioni, isolamento degli edifici o installazione di pompe di calore in Europa – è cruciale per rompere la nostra dipendenza dai combustibili fossili.”

La durata della crisi e le ripercussioni del conflitto ucraino disegneranno il futuro energetico italiano. La via del carbone non è percorribile nel lungo periodo e il sistema di produzione, approvvigionamento di energia e risorse va modificato radicalmente.

“È una scelta politica determinantese solo il governo volesse, potrebbe decidere di velocizzare al massimo le pratiche autorizzative e dare il via libera alle rinnovabili, al posto di usare la stessa solerzia con atti normativi e deroghe per trivellare i nostri mari o riaprire centrali a carbone. Troppo spesso le fonti fossili sono al centro di conflitti ed è per questo che la transizione ecologica è un’occasione unica e concreta per migliorare il mondo in cui viviamo: è semplicemente una scelta che non possiamo permetterci di rinviare ancora, a meno di volerci ritrovare punto e a capo tra pochi anni, se non pochi mesi, alle prese con una nuova crisi energetica” conclude Greenpeace.

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