Transizione ecologica e gestione dei rifiuti: il 61% delle imprese italiane afferma che le misure di economia circolare generano benefici in termini di riduzione dei costi. Si tratta di uno dei risultati dell’indagine sulle PMI e il loro rapporto con l’economia circolare effettuata dal Circular Economy Network (CEN) in collaborazione con CNA tra la fine dello scorso anno e l’inizio di quello corrente.
Con un sondaggio realizzato tra dicembre 2023 e gennaio 2024 è stato chiesto a 800 piccoli imprenditori (il 49% nei servizi, la restante metà nell’industria e in particolare il 35,5% nella manifattura e il 14,1% nelle costruzioni) cosa pensano e soprattutto come agiscono rispetto alle politiche green. Il 65% del campione delle piccole imprese intervistate dichiara di mettere in atto pratiche di economia circolare: oltre il doppio rispetto a quanto rilevato nel 2021. Inoltre, il 10% delle imprese ha intenzione di avvicinarsi all’economia circolare nel prossimo futuro. Gli interventi realizzati più spesso riguardano l’uso di materiali riciclati (68,2%), la riduzione degli imballaggi (64%), interventi per la durabilità e la riparabilità del prodotto (53,2%). Rispetto ai principali vantaggi dell’adozione di misure di economia circolare, il 70,4% delle imprese indica la maggiore sostenibilità ambientale, la riduzione dei costi di produzione (61%), la maggiore efficienza (35,6%) e l’impulso all’innovazione (34,2%).
L’indagine conferma che le PMI possono svolgere un ruolo di primo piano nella transizione ecologica verso un’economia circolare. Ma è necessario che le politiche pubbliche siano maggiormente orientate in questa direzione. Tra le proposte del CEN c’è quella di sostenere iniziative di supporto alle PMI per l’utilizzo delle risorse pubbliche disponibili (Transizione 4.0, Transizione 5.0, Sabatini green, ecc.) a sostegno degli investimenti per la transizione a un’economia più circolare.
“Puntare sulla circolarità deve essere la via maestra per accelerare la transizione ecologica e climatica e aumentare la competitività delle nostre imprese”, ha dichiarato in una nota Edo Ronchi, presidente del Circular Economy Network. “Ancora di più per un Paese povero di materie prime e soprattutto, nel contesto attuale, caratterizzato da una bassa crescita e dai vincoli stringenti del rientro del debito pubblico. L’Italia può e deve fare di più per promuovere e migliorare la circolarità della nostra economia, con misure a monte dell’uso dei prodotti per contrastare sprechi, consumismo e aumentare efficienza e risparmio di risorse nelle produzioni; nell’uso dei prodotti, promuovendo l’uso prolungato, il riutilizzo, la riparazione, l’uso condiviso; e a fine uso, potenziando e migliorando la qualità del riciclo e l’utilizzo delle materie prime seconde”.
Gestione dei Rifiuti: l’Italia è prima per il tasso di riciclo
Secondo i dati del sesto Rapporto sull’economia circolare in Italia, realizzato dal Circular Economy Network (CEN) e da ENEA, è confermato il primato dell’Italia (45 punti) in termini di economia circolare, seguita da Germania (38), Francia (30) Polonia e Spagna (26). Il risultato positivo dell’Italia deriva soprattutto dalla gestione dei rifiuti. Siamo primi in classifica per il tasso di riciclo dei rifiuti.
Nello specifico, nel 2021 abbiamo avuto un tasso di riciclo dei rifiuti di imballaggio del 71,7%, 8% in più della media UE27 (64%). Inoltre, il riciclo dei rifiuti urbani in Italia è cresciuto del 3,4% tra il 2017 e il 2022, raggiungendo il 49,2%. La media UE è del 48,6%, la Germania “vince” con il 69,1%. Torniamo in testa con il riciclaggio dei RAEE: nel 2021 è stato pari all’87,1% (meno due punti percentuali rispetto al 2017), con una media UE dell’81,3%. Tutto ciò a fronte di una produzione media pro capite dei rifiuti urbani di 513 kg nel 2022 nella UE; mentre in Italia siamo passati dai 504 kg/ab del 2018 ai 494 kg/ ab del 2022.
Secondo Claudia Brunori, direttrice del Dipartimento ENEA Sostenibilità, circolarità e adattamento al cambiamento climatico dei sistemi produttivi e territoriali “per avere risultati vincenti e duraturi è necessario rivoluzionare il modo in cui i prodotti vengono progettati e realizzati, integrando criteri di circolarità nei processi produttivi. Occorre progettare e produrre oggetti più durevoli e facili da riutilizzare e riciclare, ma anche da aggiornare e riparare. Per una transizione ecologica ‘completa’ occorre informare e rendere consapevoli quanto più possibile anche i consumatori, ai quali vanno offerti strumenti di conoscenza adeguati a comprendere l’impatto del proprio stile di vita sull’ambiente”.
Gestione dei rifiuti: il Vademecum di SunCity
La transizione ecologica non può essere basata solo su intenzioni ma necessita di azioni concrete, in particolar modo dalle aziende, che giocano un ruolo fondamentale nella lotta al cambiamento climatico.I l Gruppo abruzzese SunCity, specializzato nella fornitura di prodotti per l’efficienza energetica, la generazione distribuita e la mobilità elettrica, offre alle PMI un Vademecum di gestione dei rifiuti, con una panoramica sul tema della classificazione e gestione dei rifiuti edili, passaggio fondamentale verso un’economia circolare.
La promozione della sostenibilità aziendale e ambientale è una mission insita nelle attività di efficientamento energetico che svolgono le Società del Gruppo: l’impegno rivolto alla tutela dell’ambiente viene promosso come stile di vita personale, oltre che aziendale.
Il Gruppo Suncity richiede la sottoscrizione ai propri partner del documento contrattuale denominato “Condizioni Contrattuali in materia di Salute, Sicurezza e Ambiente”, nel quale sono identificati gli adempimenti a cui gli stessi devono attenersi durante lo svolgimento di attività in appalto anche ai fini della corretta gestione delle tematiche ambientali.
Cosa si intende per gestione dei rifiuti?
Quello dei rifiuti è da sempre uno dei settori più coinvolti nella tutela ambientale. Basti pensare all’importanza che riciclo e riuso rivestono nella transizione verso un’economia di tipo circolare. Un esempio lampante è la classificazione dei rifiuti, considerata uno degli strumenti fondamentali per attuare il cambio di paradigma.
Per gestione dei rifiuti si intende la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, compresi il controllo di tali operazioni e gli interventi successivi alla chiusura dei siti di smaltimento, nonché le operazioni effettuate in qualità di commerciante o intermediario.
La corretta gestione dei rifiuti rientra tra i più importanti obblighi delle aziende, che ne sono responsabili fino alla fase dello smaltimento o del recupero.
L’Italia si è via via adeguata alle direttive europee in materia e oggi la normativa vigente è contenuta nel D.Lgs. 116/2020. In termini di classificazione, il decreto prende in considerazione criteri di origine e pericolosità dei rifiuti. Nel primo caso si fa distinzione tra rifiuti urbani e rifiuti speciali, mentre nel secondo tra pericolosi e non pericolosi. Quelli provenienti dalle abitazioni rientrano nella categoria urbani, con i servizi di smaltimento e raccolta a carico delle PA. I rifiuti provenienti da attività produttive rientrano invece nella categoria speciali.
Identificare i rifiuti speciali provenienti dalle diverse attività in maniera univoca è il passaggio successivo sul quale è intervenuto il decreto del 2020. Il testo, che si rifà al codice presente nell’Elenco Europeo dei Rifiuti (EER), meglio conosciuto come Codice Europeo dei Rifiuti (CER), definisce infatti la provenienza dei rifiuti speciali.
SunCity e la gestione dei rifiuti
I rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione e scavo sono classificati rifiuti speciali non pericolosi e non possono essere assimilati ai rifiuti urbani (pertanto, di norma, è vietato conferire detti rifiuti presso centri di raccolta – piazzole ecologiche comunali). Tutti i rifiuti devono essere codificati in base al vigente Elenco Europeo dei Rifiuti (CER).
All’interno del focus del Vademecum a cura di SunCity, le seguenti tematiche:
– quali sono le responsabilità dell’impresa o del cantiere che produce rifiuti;
– come classificare i rifiuti;
– come attribuire il codice identificativo;
– quali sono i limiti quantitativi e temporali per il deposito temporaneo;
– cosa comporta il Deposito temporaneo di rifiuti
– come compilare il Formulario di Identificazione dei Rifiuti (FIR)
– come gestire i rifiuti da Materiali Contenenti Amianto (MCA) e quali sono i Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.)
Scaricate qui la Guida- vademecum per la Gestione dei Rifiuti.
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