Con il Decreto legge Aiuti 2022, novità in arrivo per energia, centrali a carbone e rinnovabili con il testo approvato in Consiglio dei Ministri il 2 maggio. Sono previsti interventi da 14 miliardi di euro con misure per le imprese energivore, per le famiglie coi redditi più bassi. Il Governo ha approvato misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi in Ucraina. Nuove norme sono state approvate per energia e rinnovabil per ridurre il costo energetico, semplificare di più i procedimenti di autorizzazione per la realizzazione di nuovi impianti di energia rinnovabile e potenziare la produzione energetica nazionale: facciamo il punto delle misure contenute nel decreto legge Aiuti.
Rafforzamento del Credito d’Imposta
Il primo provvedimento di nota, come si legge nella nota sul Decreto Legge pubblicata dal Consiglio dei Ministri, riguarda il rafforzamento dei crediti d’imposta in favore delle imprese per energia elettrica e gas, e in dettaglio:
- è stato stabilito il passaggio dal 20 al 25 % del credito d’imposta riconosciuto per il secondo trimestre 2022 alle imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale per l’acquisto di gas naturale (decreto-legge n. 21/2022);
- la medesima percentuale è stata decisa anche per il credito d’imposta riconosciuto per il secondo trimestre 2022 alle imprese a forte consumo di gas naturale (decreti-legge nn. 4 e 17/2022);
- infine cresce dal 12 al 15 % il credito d’imposta riconosciuto per il secondo trimestre 2022 alle imprese dotate di contatori di potenza disponibile pari a superiore a 16,5 kW, diverse da quelle a forte consumo di energia elettrica (decreto-legge n. 21/2022);
è riconosciuto un credito di imposta del 10 per cento il primo trimestre 2022 alle imprese a forte consumo di gas naturale.
Indipendenza dal gas russo e centrali a carbone
Per quanto riguarda la produzione di energia e le semplificazioni e l’indipendenza dal gas russo il decreto, ha dichiarato il presidente del Consiglio Draghi, si estende in molte aree: “Approviamo liberalizzazioni, riforme nel settore delle energie rinnovabili, che ci permettono di accelerare la transizione ecologica, di fare quello scatto negli investimenti nelle rinnovabili, che contribuiranno a renderci più indipendenti dal gas russo“.
Il Ministro Cingolani ha sottolineato l’impegno nelle operazioni di semplificazione per rendere più semplici e compatibili le “Valutazioni di Impatto Ambientale per accelerare i tempi dei processi autorizzativi per l’installazione di impianti rinnovabili anche in aree militari”. Le misure vogliono inoltre accelerare la definizione delle aree idonee (compito che spetta alle Regioni) e, nel mentre, è stato ampliato il perimetro di zone adatte all’installazione di impianti green.
Nel decreto legge, per quanto riguarda gli impianti di energia da fonti fossili, c’è anche “una norma specifica su un periodo transitorio sul carbone: per cercare di risparmiare in questo periodo difficile abbiamo deciso in un precedente decreto di continuare a utilizzare quattro centrali a carbone. Le useremo ancora per 18 mesi, massimo due anni, per arrivare alla fine dell’emergenza gas“. Tutto questo “senza riaprire centrali già spente e le manterremo in funzione al 100%, ma non in deroga delle emissioni europee ma di quelle nazionali, che spesso sono più severe di quelle europee, che vengono mantenute“ ha dichiarato Cingolani. A causa della “situazione di eccezionalità” – si legge infatti nel testo del Decreto Legge Aiuti ed energia – è prevista una deroga di almeno sei mesi per massimizzare l’utilizzo delle centrali a carbone anche se la volontà – passata l’emergenza – è continuare sul percorso della decarbonizzazione. Se la situazione di emergenza dovesse protrarsi oltre i sei mesi, i gestori potranno comunicare le nuove deroghe necessarie che, ad ogni modo, non potranno superare sei mesi.
Rigassificatori e carbone
Sempre riguardo ai procedimenti autorizzativi va sottolineato che è stata decisa la nomina di commissari straordinari per accelerare la realizzazione di nuovi rigassificatori flottanti. Il pacchetto energia comprende infatti “una norma sui rigassificatori, molto importante che nella metà del 2024 ci consentirà di essere virtualmente indipendenti dal gas russo”, ha detto il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Le misure decise consentiranno “di essere in grado di installare a inizio del prossimo anno il primo rigassificatore galleggiante“, e si punta ad averne “uno a inizio 2023 e uno a fine 2023“. Per riuscirci “serve un commissario, per avere una procedura rapida per l’installazione e da questo dipende in modo cruciale il nostro cammino verso l’indipendenza dal gas russo“, ha aggiunto Cingolani, nel corso della conferenza stampa. Il commissario potrà rilasciare l’autorizzazione (precedentemente rilasciata con decreto interministeriale) in tempi più rapidi (120 giorni contro 200). Il provvedimento nasce dall’esigenza, come si legge nel testo del decreto, di “diversificare le fonti di approvvigionamento di gas ai fini della sicurezza energetica nazionale”.“La norma sui rigassificatori è davvero cruciale” ha sottolineato il Ministro perché nella crisi ucraina, per i riflessi sui prezzi dell’energia, “l’obiettivo primario è trovare sorgenti di gas che permettano di sostituire 29 miliardi di metri cubi di metano importati dalla Russia e trovarli su altri mercati”.
Ha poi fornito anche alcuni dati. Dall’Algeria – ha spiegato – si passerà da 2,1 miliardi di metri cubi a 9 miliardi, la Tap avrà 1,5 miliardi in più dal 2023. C’è poi l’aumento della produzione nazionale per altri 1,5 miliardi l’anno. Il gas liquido, invece, arriverà anche dal Congo, dal Qatar e dall’Angola: saranno 1,5 miliardi velocemente per arrivare a 12,7 miliardi nel 2025. C’è poi la parte dei risparmi, dovuto all’incremento delle rinnovabili per 0,7 miliardi di metri cubi e altri 2 miliardi previsti dai risparmi sulle temperature. Il ministro ha quindi spiegato che si sta procedendo con gli stoccaggi, per 5 miliardi di metri cubi al mese, e questo consentirà di mettere in sicurezza il prossimo inverno. Cingolani, rispondendo ad una domanda, ha inoltre confermato che la posizione dell’Italia sul pagamento del gas russo in rubli è allineata a quella Europa.
Fotovoltaico, comunità energetiche e autoconsumo
Nel decreto legge Aiuti vengono introdotte misure per potenziare la produzione di energia rinnovabile per il settore agricolo e per semplificare i procedimenti di autorizzazione per ammodernare le linee elettriche esistenti. Per le imprese del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale è prevista la possibilità di “realizzare impianti fotovoltaici sui tetti delle proprie strutture produttive aventi potenza eccedente il consumo medio annuo di energia elettrica, compreso quello familiare”. È anche possibile vendere l’energia elettrica prodotta.
Per quanto riguarda le comunità energetiche rinnovabili, secondo il Decreto Legge aiuti ed energia, “il Ministero della difesa e i terzi concessionari dei beni (…) possono costituire comunità energetiche rinnovabili nazionali anche con altre pubbliche amministrazioni centrali e locali anche per impianti superiori a 1 MW”.
In tema energia, per quanto riguarda il bonus sociale energia elettrica e gas – ovvero lo sconto previsto per le famiglie in condizioni di svantaggio economico o fisico –, viene esteso al terzo trimestre 2022 diventando inoltre retroattivo. In pratica, una volta presentata la certificazione ISEE, gli eventuali pagamenti di somme eccedenti verranno automaticamente compensati in bolletta.