FER 1 e FER 2 il nuovo decreto rinnovabili suscita perplessità

11, Apr 2022 | Efficienza energetica, NEWS DAL MONDO SUNCITY

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Saranno presto adottati i nuovi Decreto FER 1 e FER 2 per lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile ha annunciato di recente, come riporta l’agenzia ANSA, il Sottosegretario di Stato per la Transizione ecologica, Ilaria Fontana. La notizia ha già suscitato però notevoli perplessità nel mondo delle rinnovabili. 

«FER2: non ci siamo. Dovrebbe essere un decreto sull’innovazione. Ma d’innovazione nemmeno l’ombra. Dopo 951 giorni di ritardo siamo riusciti finalmente a vedere, anche se solo in bozza, il Decreto d’incentivazione delle fonti rinnovabili innovative che era atteso per il 10 agosto 2019. – afferma il Presidente del Coordinamento FREE Livio de Santoli – E nonostante questo incredibile ritardo si riscontrano omissioni e imprecisioni in un provvedimento legislativo ritenuto fondamentale per il tanto strombazzato rilancio per le fonti rinnovabili. Vediamo. La prima osservazione inspiegabile è quella relativa all’eolico off shore per il quale viene incentivato solo quello galleggiante e per una quota piccola rispetto alle potenzialità di questa fonte, mentre s’ignora totalmente l’off shore tradizionale nonostante sia partita la costruzione a Taranto, dopo 9 anni di attese dovute alle pastoie autorizzative, del primo impianto eolico off shore del Mar Mediterraneo. Oltre a ciò rimane al palo per la mancata indicazione del contingente di potenza ammissibile la geotermia a emissioni zero, una tecnologia della quale in Italia possediamo un know how all’avanguardia, ma che sembra vogliamo a tutti i costi ignorare».

Cosa prevede il FER 2

Il Decreto FER 2 andrà a stabilire gli incentivi per realizzare impianti geotermici, a biomasse, a biogas, solare termodinamico ed eolico offshore in attuazione del Dlgs 199/2021 con il quale il nostro Paese ha recepito la Direttiva RED II. Nel dettaglio prevede, oltre alle semplificazioni per geotermia, eolico offshore, biomasse, biogas e solare termodinamico, nessuna cauzione per impianti che partecipano alle procedure di richiesta degli incentivi, valutazione veloce per i progetti relativi a impianti di potenza superiore a 10 MW, requisiti di tutela ambientale e al ribasso sulla tariffa base per i piccoli impianti da incentivare, graduatorie definite sul ribasso e sull’idoneità delle aree per i grandi impianti.

«Significativa, per quanto riguarda i ritardi, è la voce del solare termodinamico, presente nel decreto, tecnologia italiana, per la quale abbiamo brevetti nostrani per la realizzazione di ottimi tubi captatori e c’era il mondo delle imprese che aveva già investito in stabilimenti produttivi, trovando un terreno fecondo di joint venture con i giapponesi ed è stato letteralmente affossato dal ritardo del FER2 e dalle difficoltà autorizzative che hanno impedito la realizzazione di un paio d’impianti commerciali in territorio nazionale, indispensabili per partecipare a gare all’estero dell’importo di svariate decine di miliardi di euro. – prosegue De Santoli – In pratica la doppia tenaglia amministrativa/legislativa ha affossato una tecnologia rinnovabile per la quale avevamo, solo pochi anni fa, tutte le carte in regola per assumere una leadership a livello mondiale».

«Circa il biogas il livello tariffario previsto è incompatibile con la sostenibilità economica degli impianti aziendali di piccola taglia, rendendoli inattuabili anche per una serie di ulteriori decurtazioni del tutto ingiustificate riguardante i costi di esercizio. Il contingente proposto inoltre, di soli 100 MW per tutto il periodo di 5 anni di vigenza, oltretutto da condividere con gli impianti a biomasse è insufficiente rispetto agli obiettivi europei, significherebbe continuare con la stagnazione del settore. Il tetto dei 300 kW coniugato con l’obbligo di essere a grande distanza dalla rete gas rende impraticabile la misura. Oltre a ciò, per non disperdere il patrimonio produttivo e le infrastrutture esistenti, è doveroso che il decreto garantisca le attività per gli impianti a biogas agricolo che altrimenti, terminato il periodo di incentivazione, non potranno riconvertirsi a biometano per la insostenibilità dei costi di allaccio. Biogas e biomasse solide sono caratterizzate da applicazioni tecnologiche e configurazione d’impianto molto diverse. Per tale ragione non è tecnicamente corretto equipararle in termini di potenze elettriche. E anche per gli impianti a biomassa solida è opportuno indicare una potenza limite di almeno 1000 kWe per sfruttare appieno lo stato della tecnica e i costi €/kWe. Il documento disattende quanto indicato nella Strategia per l’asta delle rinnovabili predisposta dal MiTE, che al 2030 prevede un incremento pari a 1,5 GW nelle bioenergie (comprendendo sia biogas che biomasse solide), del tutto irraggiungibile con i dati della bozza, che deve essere anche per l’orizzonte al 2026 più coraggiosa».

Il Nuovo FER 1

Il Sottosegretario Fontana ha annunciato che è in via di finalizzazione il “Nuovo FER 1”,  che andrà ad incentivare “le tecnologie più mature che presentano un profilo di costi fissi bassi o, comunque, suscettibili di sensibile riduzione”.

Il Decreto FER 1 risale al 4 luglio 2019 normando l’incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti alimentati da fonti rinnovabili e sostenendo la diffusione di impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici e degli impianti alimentati da gas residuati dai processi di depurazione.

Fer 2: ” la voce innovazione è assente”

Ritornando al Decreto FER 2, dovrebbe prevedere una programmazione a 5 anni, dato che alcune tecnologie comportano costi elevati ed estese fasi per lo sviluppo dei progetti, non saranno previste cauzioni per quegli impianti che fanno richiesta di incentivi. Altre semplificazioni riguardano i progetti di impianti di potenza superiore a 10 MW, che avranno una valutazione veloce. Una selezione sulla base di requisiti di tutela ambientale e sul ribasso della tariffa base riguarderà i piccoli impianti da incentivare. Per quanto concerne i grandi impianti, questi verranno selezionati in base a graduatorie definite sul ribasso e l’idoneità delle specifiche aree.

«Si tratta di una bozza, ripetiamo, dove la voce innovazione è assente. Oltre alla difficoltà di raggiungere gli obiettivi, questo decreto dovrebbe essere fondamentale per la competitività delle nostre aziende, soprattutto in relazione con gli altri paesi nostri competitor sulle tecnologie rinnovabili. – conclude De Santoli – Chiediamo al Ministro Cingolani di consultare le associazioni delle rinnovabili, che sono rappresentate dal Coordinamento FREE, e che sono disponibili ad un confronto costruttivo, per affrontare in modo coerente le emergenze del caro bollette e del clima».

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