Ritorna l’appello per l’autorizzazione dei nuovi impianti per le rinnovabili a Comuni e Regioni da parte delle associazioni di settore di fronte alla morsa del caro energia che non sembra voler calare.
Elettricità Futura, che rappresenta oltre il 70% del mercato elettrico italiano, rivolge un Appello urgente ai Governatori delle Regioni e ai Sindaci dei Comuni d’Italia per chiedere di contribuire a risolvere l’emergenza energetica autorizzando velocemente le numerose richieste di costruzione di nuovi impianti rinnovabili.
“Non c’è più tempo – afferma il Presidente di Elettricità Futura Agostino Re Rebaudengo, rivolgendosi a Governatori e Sindaci – in Italia la povertà energetica sta velocemente crescendo, a causa sia dei prezzi sia della carenza di gas. I Cittadini, le Imprese e anche le vostre Istituzioni hanno estremo e urgente bisogno di elettricità a basso costo. Le Regioni e i Comuni possono fare la differenza, e hanno la responsabilità di farlo, permettendo un rapido aumento della produzione di elettricità rinnovabile”.
L’energia elettrica rinnovabile è l’unica che l’Italia può produrre in poco tempo, a basso costo, e in abbondanza con risorse nazionali. Da quando un impianto rinnovabile viene autorizzato può iniziare a produrre energia elettrica anche in pochi mesi.
Già a Ottobre 2021, Elettricità Futura aveva rivolto un appello al Governo e alle Regioni sollecitando un’accelerazione nel rilascio dei permessi e sottolineando che l’obiettivo regionale rinnovabili è una straordinaria opportunità per l’economia e l’occupazione. Allora era un’opportunità, oggi è anche e soprattutto una necessità.
“La situazione è gravissima – continua Re Rebaudengo – Il Governo ha già stanziato circa 70 miliardi di euro per tamponare l’emergenza caro energia. Ma il settore elettrico italiano ritiene che le Regioni e i Comuni possano contribuire con un deciso cambio di passo rispetto al passato, accelerando il rilascio delle autorizzazioni per impianti rinnovabili per almeno 10 GW all’anno, target peraltro coerente con gli impegni di decarbonizzazione dell’Italia. Più rinnovabili una Regione e un Comune autorizzeranno, maggiori saranno i benefici locali”.
I calcoli sono presto fatti: realizzando 10 GW all’anno di rinnovabili da qui al 2030, Elettricità Futura stima benefici economici per oltre 40 miliardi di euro all’anno e mezzo milione di posti di lavoro entro i prossimi 8 anni.
Secondo il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) entro il 2050 si dovrà raggiungere la completa decarbonizzazione; quindi, da un lato le rinnovabili avranno un ruolo centrale nel soddisfare il fabbisogno di energia elettrica, dall’altro l’elettrificazione dei consumi finali, in particolare nel settore residenziale e della mobilità, dovrà raggiungere il 55%, dall’attuale 22%.
Ma le misure straordinarie per l’energia prevedono anche un ritorno al combustibile tradizionale per alimentare gli impianti di produzione. Con il provvedimento del 13 settembre 2022, n. 430/2022/R/eel, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente ha definito i criteri per la formulazione delle offerte sul mercato elettrico e la remunerazione, con riferimento agli impianti di produzione di energia elettrica alimentati con combustibili diversi dal gas naturale.
«Ma le misure emergenziali per l’energia che favoriscono le fonti fossili devono essere limitate nel tempo. La delibera del 13 settembre 2022 430/2022/r/eel di Arera ha un senso solo ed esclusivamente in una situazione d’emergenza come quella indotta dalla speculazione internazionale sul gas e dall’invasione dell’Ucraina. – afferma il Livio de Santoli, Presidente del Coordinamento FREE – Nel documento ci sono tutta una serie di provvedimenti che non devono assolutamente proseguire quando la situazione energetica si ravvierà verso la normalità».
«L’utilizzo del carbone, le deroghe alle normative ambientali, l’uso di combustibili tradizionali negli impianti a biocombustibili e tutte le altre misure devono essere attive solo ed esclusivamente durante il periodo dell’emergenza, il quale è necessario che sia definito con chiarezza. – prosegue Livio de Santoli – Il pericolo è che questo periodo che è transitorio diventi definitivo in assenza di un quadro chiaro. E ciò significherebbe aprire una voragine nel processo di decarbonizzazione che è l’unico in grado di ridare stabilità e competitività alle imprese italiane che sono messe a dura prova dei prezzi dell’energia, anche all’interno del mercato europeo».
«Ribadiamo che l’unica soluzione accettabile da percorrere subito insieme agli altri provvedimenti emergenziali è di sbloccare le autorizzazione per i nuovi impianti FER e per i rifacimenti, inserendo come elemento di garanzia l’obbligo di smantellamento alla fine della vita dell’impianto. – conclude Livio de Santoli – Ed è necessario fare interventi urgenti al fine d’incentivare tecnologie a basso consumo, per le famiglie, come pompe di calore, piastre a induzione, meglio se alimentate da rinnovabili in autoconsumo».
Quello che è certo è che, indipendentemente da come chiuderemo l’inverno, con le scorte a zero e il rubinetto del gas russo chiuso in tutta Europa, dovremo invertire rotta per il futuro e trovare un rimedio alla dipendenza dal gas.
Di recente proprio per Combattere la crisi energetica SunCity si è alleata con Agicap, la scale-up fondata a Lione nel 2016, che nasce proprio per si propone di supportare le piccole e medie imprese nell’emergenza energetica attraverso soluzioni e servizi su misura, puntando sulla combinazione tra efficienza energetica e gestione attenta della liquidità come strategia vincente per uscire da questa impasse.
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