Efficienza energetica e rinnovabili, direttiva EED: obiettivo risparmio di energia

30, Set 2022 | Efficienza energetica, NEWS DAL MONDO SUNCITY

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Risparmio ed efficienza energetica sono al centro della Energy Efficiency Directive (EED) o direttiva EED che, dopo il recente semaforo verde del Parlamento Europeo, ha fissato i nuovi obiettivi di risparmio energetico al 2030 nei Paesi dell’Unione Europea. Rispetto ai livelli del 2007 l’elemento chiave della direttiva modificata è un obiettivo primario di efficienza energetica per il 2030 di almeno il 40% e quello dei consumi di energia primaria al 42,5%, contro l’obiettivo attuale pari a -32,5%. La nota diffusa dall’Europarlamento sottolinea come queste percentuali corrispondano rispettivamente a 740 e 960 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep).

Come indica il sito dell’ENEA è dunque in corso una loro revisione al rialzo, al fine di allinearli ai nuovi traguardi ambientali fissati nella Legge europea sul clima (Regolamento UE 2021/1119). Questa dispone una riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 e la neutralità climatica dell’UE entro il 2050. La nuova direttiva europea per l’efficienza energetica aumenta così il livello di ambizione dell’obiettivo dell’UE di efficienza energetica e lo rende obbligatorio a livello comunitario con gli Stati membri che dovranno fissare contributi nazionali vincolanti.

Efficienza energetica al primo posto

La riduzione dei consumi e dello spreco di energia hanno un’importanza crescente per Bruxelles. Nel 2018, nell’ambito del pacchetto «Energia pulita per tutti gli europei», è stato fissato un nuovo obiettivo inteso a ridurre il consumo di energia di almeno il 32,5% entro il 2030 che, come scritto sopra, è stato rivisto al 42,5%. Le misure di efficienza energetica rappresentano dunque uno strumento utile non solo per conseguire un approvvigionamento energetico sostenibile, ridurre le emissioni di gas a effetto serra e ridurre i costi delle importazioni, ma anche per migliorare la competitività dell’Unione. L’efficienza energetica costituisce quindi una priorità strategica per l’Unione Europea che promuove il principio «l’efficienza energetica al primo posto».

Sulla base dei nuovi traguardi ambientali dell’UE, sono stati adottati gli investimenti e le riforme in materia di Transizione verde contenuti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, il quale prevede una serie di misure finanziarie per l’efficienza energetica. La maggior parte delle risorse è destinata alla riqualificazione degli edifici e al rafforzamento dell’Ecobonus e del Sismabonus intervenuto con la legge di bilancio 2022.

Sul piano legislativo interno, sono state anche implementate ulteriori misure a sostegno degli investimenti efficienti. Con la legge di bilancio 2022 è stata rafforzata dell’operatività del Fondo nazionale per l’efficienza energetica. Il 6 settembre 2022, il Ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha adottato il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale

Riqualificazione edilizia degli edifici e Inquinamento

Efficientamento del parco edilizio ed elettrificazione dei consumi per il riscaldamento domestico sono una combinazione perfetta per ridurre i consumi di gas, e quindi anche la dipendenza da quello russo, per diminuire le emissioni climalteranti migliorando la qualità dell’aria e per alleggerire il costo della bolletta. Se il nostro Paese percorresse la decarbonizzazione edilizia, riqualificando ogni anno il 3% del patrimonio edilizio, come prevede la nuova strategia europea Renovation Wave, portandolo da una performance media di consumo di energia finale termica di 136 kWh/m2/anno (media attuale tra residenziale e civile) a circa 50 kWh/m2/anno ed elettrificando i consumi per il riscaldamento domestico puntando sulle pompe di calore, ecco che i consumi di gas si potrebbero ridurre nel giro di tre anni, ossia al 2025, di oltre 5,4 miliardi di metri cubi all’anno per arrivare al 2030 a ben 12 miliardi di metro cubi, pari al 41% delle importazioni dalla Russia e arrivando ad avere un risparmio di emissioni di gas climalteranti pari a 22 milioni di tonnellate di C02 oltre che a un risparmio in bolletta per le famiglie.

Agli edifici sono imputate oltre un terzo delle emissioni di CO2 in Europa (consumano il 40% dell’energia e generano il 36% delle emissioni di gas ad effetto serra, fonte EU) e gli obiettivi del Green Deal non possono essere raggiunti con gli odierni tassi di riqualificazione del parco immobiliare. Gli incentivi fiscali per gli interventi di efficientamento energetico (come il Superbonus 110%) sono strumenti importanti, ma non appaiono sufficienti per raggiungere gli obiettivi programmati. Pertanto la Commissione Europea ha stabilito efficientamenti obbligatori iniziando proprio dagli edifici con le peggiori prestazioni energetiche, quelli in classe G. L’obiettivo principale è quello di far fruttare questo importante potenziale di decarbonizzazione e di fronte all’attuale aumento dei prezzi dell’energia si mira a contrastare il rischio di povertà energetica per i ceti economicamente più deboli.

Il focus della proposta prevede l’introduzione di “standard minimi di rendimento energetico” (MEPS) in modo uniforme in tutta Europa e sia per i nuovi edifici che le ristrutturazioni.  Per questo la proposta di direttiva formulata dalla Commissione prevede che dal 2030 gli edifici privati di nuova costruzione siano tutti a zero emissioni, e quelli pubblici dal 2027. Per eliminare le emissioni da combustibili fossili, dovrà essere riqualificato almeno il 15% del parco immobiliare meno efficiente in ogni Stato membro, passando dalla classe G almeno alla classe F entro il 2030 e alla classe E entro il 2033. Sarà previsto l’obbligo di disporre di un attestato di prestazione energetica anche per gli edifici sottoposti a ristrutturazioni importanti, per quelli per i quali viene rinnovato il contratto di affitto e per tutti gli edifici pubblici. Dal 2027, stop anche agli incentivi finanziari per l’istallazione di caldaie a combustibili fossili negli edifici.

Inoltre, dal 2030 gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a zero emissioni. Ogni edificio residenziale e commerciale dovrà installare infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici e apposite zone di parcheggio per le biciclette.Ciò comporta che la domanda di energia degli edifici dovrà essere molto inferiore all’attuale e coperta esclusivamente da fonti rinnovabili.

FER & Rinnovabili

Gli eurodeputati hanno votato inoltre la modifica alla direttiva sulle fonti rinnovabili RED (Renewable Energy Directive) che innalza dal 32% dell’attuale obiettivo al 45% la quota di rinnovabili nel consumo finale di energia dell’UE entro il 2030. Il nuovo target fa parte del programma della Commissione Europea nell’ambito del pacchetto “RepowerEU”. La misura stabilisce inoltre una serie di target specifici riguardanti il settore dei trasporti, il teleriscaldamento e raffrescamento degli edifici.

La bozza del tanto atteso DM FER 2, il decreto che sostiene la produzione di energia elettrica di impianti a fonti rinnovabili innovativi o con costi di generazione elevati: impianti alimentati da biogas e biomasse, solari termodinamici, geotermoelettrici ed eolici off-shore, ha sollevato diverse perplessità.

Nel frattempo il nono bando GSE per il FER 1 (DM 4 luglio 2019) ha espresso ancora una volta un risultato deludente. Degli oltre 2.857 MW messi in gara grazie alle Aste e iscrizione ai Registri, ne sono stati assegnati appena 519,9 MW secondo il documento di riepilogo della graduatorie reso noto dal GSE.

Si resta dunque in attesa dei vari decreti attuativi previsti già da tempo, la messa in opera delle semplificazioni per le autorizzazioni e per l’individuazione dei vari siti in cui installare le FER in sospeso e in attesa dell’individuazione delle aree idonee.

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