È in crescita il mercato italiano dei sistemi di accumulo: a fine 2020 erano circa 40.000 per una potenza nominale di 189 MW ma il gap con gli obiettivi dal 2023 è consistente. I numeri hanno continuato a crescere dal 2015 e nel 2020 si è registrata una crescita del 50% rispetto al 2019. Un trend confermato quest’anno con 22 MW nei primi tre mesi 2021 e con ben 43.784 sistemi di accumulo installati al 31 marzo 2021. Lo ha reso noto il report “Osservatorio Sistemi Accumulo” di ANIE Rinnovabili, associazione di ANIE Federazione, che ha presentato il trend delle installazioni di energy storage in Italia registrati dal sistema Gaudì di Terna. La potenza complessiva raggiunta è di 212 MW e la capacità massima è pari a 333 MWh, a cui si aggiungono gli impianti di Terna per complessivi 60 MW e 250 MWh.
Il 99,9% dei sistemi di accumulo installati risulta abbinato ad un impianto fotovoltaico (e di questi il 92% è abbinato ad un impianto fotovoltaico di taglia residenziale. Rimangono fermi a quota un impianto i sistemi di accumulo stand-alone, abbinati a centrali termoelettriche, a impianti eolici ed a celle a combustibile.
Sta crescendo la taglia di potenza degli impianti fotovoltaici residenziali a cui sono accoppiati i sistemi di accumulo: nel primo trimestre 2021 si registra infatti un 9% in più di installazioni di pannelli fotovoltaici di taglia compresa tra 6 e 10 kW rispetto all’ultimo trimestre 2020 a scapito delle taglie inferiori, segno evidente del processo di elettrificazione dei fabbisogni energetici degli edifici.
Tale crescita è attribuibile prevalentemente alla misura della detrazione fiscale al 50% che beneficia dei meccanismi dello sconto in fattura e della cessione del credito, anche ad istituti finanziari istituiti dal DL 34/2020 del 18 luglio 2020 (cd. DL Crescita). È evidente che questi meccanismi così come congegnati stanno funzionando molto bene ed ANIE Rinnovabili ritiene che si debba prevederne un utilizzo strutturale.
In misura molto minore si ritiene abbia contribuito al risultato del primo trimestre 2021 il Superbonus 110%, dato che sono ancora in corso delle semplificazioni e dei chiarimenti sulle procedure (dalla data di pubblicazione della riforma sono stati dati oltre 150 chiarimenti che ne hanno rallentato l’impiego). Tra le criticità riscontrate da Anie Rinnovabili la necessaria attestazione del GSE che richiede tempi molto lunghi, fino a 200 giorni, “non compatibili con la durata del meccanismo del Superbonus e con le condizioni standard di mercato applicate dagli istituti finanziari”. Si potrebbe per esempio prevedere la sostituzione dell’attestazione con un’autodichiarazione sostitutiva di atto notorio da parte del contribuente.
Analizzando la tipologia di configurazione si registra uno spostamento delle nuove installazioni a favore di quelle “lato produzione in corrente continua” rispetto ai periodi precedenti. I sistemi di accumulo sono prevalentemente installati lato produzione in corrente continua (72%) e tale configurazione sta registrando una crescita negli ultimi anni (+17% in confronto al 2020), a discapito degli accumuli installati post-produzione (-14% rispetto allo scorso anno). Per i sistemi installati lato produzione in corrente alternata, invece, si registra un decremento rispetto al 2020 del 3%.
Tutte le Regioni hanno consolidato un segno positivo rispetto al primo trimestre del 2020 relativamente al numero di installazioni, alla potenza e capacità installate.
La Lombardia è la regione con il maggior numero di sistemi installati (13.102 SdA per una potenza di 56 MW e una capacità di 94 MWh) seguita dalla Regione Veneto (7.270 SdA per una potenza di 33 MW e una capacità di 57 MWh), dalla Regione Emilia Romagna (4.605 SdA per una potenza di 24 MW e una capacità di 37 MWh) e dal Piemonte (3.183 SdA per una potenza di 24 MW e una capacità di 32 MWh).
La tecnologia più diffusa è quella a base Litio (96,6% circa del totale) seguita dal Piombo (3,1% circa) e dal Supercondensatore (0,1%). Si registrano 48 batterie a volano (0,1%).
Si osserva che la quasi totalità (98,6%) dei sistemi di accumulo è di taglia < 20 kWh con una netta prevalenza dei sistemi di capacità inferiore o uguale ai 5 kWh (42,6%) e di quelli compresi nel range tra 5 kWh e 10 kWh (40,5%).
Anche se le performance del comparto continuano a migliorare, siamo ben lontani infatti dagli obiettivi fissati dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), al 2023 che ha stabilito 1.000 MW di storage centralizzato, tra elettrochimico e pompaggio, e di 7.500 GW di storage tra distribuito e centralizzato al 2030. Per assorbire il ritardo, ANIE ritiene che sia necessario puntare su quello elettrochimico, accelerando gli iter autorizzativi e la riforma del mercato dei servizi di dispacciamento.
In attesa di avere maggiore chiarezza sulle strategie da attuare è sicuramente positiva la recente normativa del:
–Decreto Semplificazioni degli iter autorizzativi per i sistemi di accumulo elettrochimici per accumuli stand-alone o per accumuli abbinati a impianti FER;
– Superbonus 110% per l’installazione dei sistemi di accumulo come interventi “trainati” e per l’introduzione della cessione del credito anche agli istituti finanziari;
-la promozione delle comunità energetiche e dell’autoconsumo collettivo.