Obbligo interventi di efficienza energetica degli edifici: primo sì della UE

24, Mar 2023 | Efficienza energetica, NEWS DAL MONDO SUNCITY

Tempo di lettura:

Si fa strada l’obbligo di interventi di efficienza energetica degli edifici, con immobili residenziali in classe energetica E entro il 2030 e in classe D entro il 2033, come previsto dalla bozza della Direttiva europea che ha ottenuto il primo ok dal parlamento europeo. Inoltre, è stato confermato lo stop alla caldaia a gas dal 2029.

La direttiva sull’efficienza energetica nell’edilizia è un pacchetto di norme proposto dall’Unione Europea con lo scopo di promuovere la ristrutturazione degli edifici esistenti e la costruzione di nuovi edifici ad alta efficienza energetica: l’Energy Efficiency Directive (EED) o direttiva EED  ha infatti fissato i nuovi obiettivi di risparmio energetico al 2030 nei Paesi dell’Unione Europea. La direttiva ha stabilito che i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero entro il 2030 e gli edifici esistenti dovranno diventare a emissioni zero entro il 2050 (primo step, appunto, per gli immobili residenziali: raggiungere la classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e la classe D entro il 1° gennaio 2033), quindi saranno necessarie ristrutturazioni per gli immobili che non risulteranno a norma. 

La direttiva prevede emissioni zero per i nuovi edifici a partire dal 2028 e per gli altri edifici l’obbligo di classe E dal 2027 e D dal 2030.

Sì del Parlamento europeo e il No dell’Italia

Il 14 marzo scorso il Parlamento europeo ha approvato la Direttiva Europea sull’efficienza energetica nell’edilizia che prevede il miglioramento della classe energetica degli edifici a partire dal 2030 con l’obiettivo di creare maggiore efficienza energetica, maggiori risparmi e minore inquinamento. L’entrata in vigore del provvedimento è subordinata però al recepimento degli Stati membri che con ogni probabilità non avverrà prima del 2025. Archiviato il sì dell’Europarlamento, infatti, iniziano le negoziazioni tra Commissione, Parlamento europeo e Governi.

Il Governo Italiano ha espresso la sua contrarietà alla direttiva, sulla base dello stato attuale della maggior parte del nostro patrimonio edilizio residenziale (costruito prima del 1990) e, quindi, per il quale il processo di efficientamento degli edifici più antichi richiederebbe tempi molto più lunghi rispetto a quelli stabiliti dall’Europa.

“Non mettiamo in discussione – spiega il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. – gli obiettivi ambientali di decarbonizzazione e di riqualificazione del patrimonio edilizio, che restano fondamentali. Manca però in questo testo – osserva Pichetto – una seria presa in considerazione del contesto italiano, diverso da quello di altri Paesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come ‘bene rifugio’ delle famiglie italiane”.

“Nessuno – chiarisce il Ministro – chiede trattamenti di favore, ma solo la presa di coscienza della realtà: con l’attuale testo – prosegue – si potrebbe prefigurare la sostanziale inapplicabilità della direttiva, facendo venire meno l’obiettivo ‘green’ e creando anche distorsioni sul mercato”. “Forti anche della mozione approvata dal nostro Parlamento – conclude Pichetto – agiremo per un risultato negoziale che riconosca le ragioni italiane”.

Come funziona la direttiva Efficienza Energetica

Che cosa prevede la revisione della direttiva?

Innanzitutto vengono riviste le classi energetiche attualmente esistenti, introducendo dei criteri comuni a tutti gli Stati membri: la proposta è di istituire classi energetiche chiuse dalla A alla G (articolo16, nella fascia più alta, la A, sono compresi gli immobili che rispondono alla descrizione di edificio a zero emissioni e nella più bassa, la G, rientra invece il 15% degli edifici con le performance energetiche peggiori).

Nuovo testo: Per quanto riguarda gli edifici residenziali esistenti, la direttiva Ue prevede il raggiungimento almeno della classe di prestazione energetica E entro il 2030 per poi raggiungere obbligatoriamente la D entro il 2033. Ciò richiede un taglio dei consumi energetici di circa il 25%, con interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione, pannelli solari. Per arrivare alle emissioni zero al 2050. 

SanzioniSaltate al momento le possibili limitazioni alla vendita o all’affitto della case per chi non possiede il bollino verde Ue, la direttiva infatti si applica agli Stati membri, non ai singoli cittadini: ciò significa che non prevede sanzioni per i proprietari degli immobili. Starà ai governi decidere quali sanzioni applicare, oltre all’automatica perdita di valore degli immobili non a norma.

EsenzioniDagli interventi sono escluse per ora le case di vacanza, i palazzi storici ufficialmente protetti, le chiese e gli altri edifici di culto. Ma anche le abitazioni indipendenti con una superficie inferiore a 50 metri quadrati.

I singoli Stati membri stabiliranno come raggiungere gli obiettivi ossia quali misure adottare nei rispettivi piani nazionali di ristrutturazione per raggiungere questi risultati.

Tra le deroghe, i Paesi Ue avranno la facoltà di escludere dall’applicazione della nuova normativa gli edifici:

  • ricadenti nei centri storici,
  • vincolati dai Beni Culturali,
  • che potrebbero subire una diminuzione del valore architettonico,
  • le seconde case,
  • le chiese e gli altri edifici di culto,
  • indipendenti con una superficie fino a 50 metri quadrati.

Che cos’è la classe energetica

La classe energetica degli edifici è un dato che consente di comprendere quali sono i consumi energetici delle varie abitazioni.

Per differenziare le classi energetiche vengono usati degli indicatori che vanno da A4, che indica la classe energetica più performante a G, la meno performante. Ogni classe energetica è associata a un punteggio che va dal 10, associato alla classe più efficiente, fino all’1 della classe energetica G.

Le abitazioni di classe energetica E rappresentano la maggior parte degli immobili presenti oggi in Italia; sono state realizzate tra gli anni ’70 e ’90.

Gli edifici di classe energetica D sono abitazioni relativamente recenti che, a differenza delle abitazioni di classe energetica E, dispongono di un migliore isolamento termico perché i muri esterni sono stati ispessiti ed è stata migliorata la coibentazione del tetto.

Il valore Ep, invece, indica l’indice di prestazione energetica, che corrisponde all’energia totale consumata dall’edificio climatizzato per metro quadro di superficie ogni anno.

Interventi per migliorare la classe energetica

Per effettuare un adeguamento alla direttiva è richiesto un taglio dei consumi energetici di circa il 25%! Per ottenere un miglioramento di classificazione gli edifici dovranno effettuare gli stessi interventi previsti oggi per il Superbonus:

  • coibentazione dell’edificio con il cappotto termico,
  • installazione di nuove caldaie a condensazione,
  • sostituzione degli infissi,
  • installazione del fotovoltaico.

Secondo i dati Ance (Associazione nazionale costruttori edili) oltre 9 milioni di edifici residenziali, su 12,2 milioni, non rispettano le performance energetiche richieste; inoltre, il 74% dei nostri immobili è stato realizzato prima dell’entrata in vigore della normativa completa sul risparmio energetico e sulla sicurezza sismica, determinando così una grossa perdita di valore della maggioranza degli immobili italiani. In base agli ultimi dati Enea pubblicati lo scorso novembre, gli attestati di prestazione energetica per gli edifici italiani emessi nel 2021 si riferiscono per lo più (il 76%) ad immobili nelle classi più inquinanti, ossia classe E F G: più di 2 case su 3 dovrebbero essere ristrutturate!

Per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici è necessario redigere l’APE (Attestato di Prestazione Energetica), il documento che certifica il consumo energetico di un edificio. Dal 1° luglio 2009 l’APE è obbligatorio in caso di compravendita di immobili e dal 1° luglio 2010 in caso di locazione.

Stop alla caldaia a gas dal 2029

La direttiva europea approvata dal Parlamento contiene anche un passaggio dedicato al divieto di vendita delle caldaie autonome a gas dal 2029. La Commissione Ue precisa che intende arrivare all’obiettivo “attraverso limiti di progettazione ecocompatibile più rigorosi per i sistemi di riscaldamento, che implicano il 2029 come data finale per l’immissione sul mercato di caldaie a combustibili fossili autonome”. È stato infatti stabilito che dalla data del suo recepimento definitivo scatterà il divieto, sia per i nuovi edifici che per quelli esistenti in fase di ristrutturazione, di utilizzare sistemi di riscaldamento a combustibili fossili, per le quali è stato inoltre introdotto il divieto, al più tardi dall’inizio del 2024, di incentivi economici o fiscali per la loro installazione. Abbiamo dunque alcuni anni per passare a forme di riscaldamento più sostenibili, alimentate dalla rete elettrica o dai pannelli fotovoltaici. A venire incontro ai cittadini la possibilità di installare sistemi ibridi (composti ad esempio da una caldaia a condensazione abbinata a una pompa di calore), oltre alle caldaie alimentate da fonti rinnovabili, come l’idrogeno e il biometano.

© Riproduzione riservata

Per non perderti i prossimi articoli Iscriviti alla nostra newsletter!

Gratuito e senza impegno, ti cancelli quando vuoi.

Newsletter semplice
Comments Box SVG iconsUsed for the like, share, comment, and reaction icons
Questo messaggio è visibile solo agli amministratori.
Problema di visualizzazione dei post di Facebook. Cache di backup in uso.
Errore: Error validating access token: The session has been invalidated because the user changed their password or Facebook has changed the session for security reasons.
Tipo: OAuthException