Che cos’è l’agrovoltaico e quali sono i suoi vantaggi- Vademecum SunCity

31, Ago 2022 | NEWS DAL MONDO SUNCITY, Efficienza energetica

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Come già spiegato nella prima parte dell’articolo sull’Agrovoltaico possiamo affermare che l’agrovoltaico o agrofotovoltaico è “un sistema in cui l’attività agricola e l’attività energetica coesistono ed insistono sulla medesima porzione di territorio, preservando la vocazione agricola del terreno”, come scrive Italia Solare nel suo Position Paper sui Sistemi Agro-Voltaici. Ma soprattutto, l’agrovoltaico non è il comune fotovoltaico su suolo agricolo, ma un sistema in cui l’uso agricolo è coniugato con la produzione di energia e quest’ultima non va a discapito dell’attività agricola ma al contrario la supporta e la ottimizza.

Per approfondire questo aspetto cruciale SunCity ha messo a punto un Vademecum sull’Agrovoltaico che potete scaricare qui in cui fornisce informazioni utili a chi intende adottare questi sistemi.

Le differenze tra i sistemi che uniscono fotovoltaico e agricoltura

I termini del binomio fotovoltaico-agricoltura sono diversi e non vanno confusi, va quindi fatta una netta distinzione tra:

a- Fotovoltaico a terra (impianti a terra su terreno agricolo senza integrazione con settore agricolo)

Se un impianto fotovoltaico su terreno agricolo nasce solo con lo scopo di privilegiare la produzione di energia e viene progettato in maniera tale da massimizzare lo spazio a disposizione a favore della produzione di energia rinnovabile a discapito di quella agricola/zootecnica, non può essere considerato un impianto AgroFV. 

Un impianto fotovoltaico a terra con tale scopo favorisce dunque la produzione di energia rispetto alla produzione agricola.

È costituito da moduli piuttosto vicini e posti alla distanza minima che ne impedisca l’ombreggiamento a vicenda.

b- Sistemi Agrofotovoltaici (incentivati e non)

L’Agrovoltaico o agrofotovoltaico è invece un sistema creato per far coesistere la produzione di energia con l’attività agricola.

Contrariamente al fotovoltaico a terra, consente l’impiego e la valorizzazione del suolo, con conseguente implementazione/continuità dell’attività agricola (dall’agro-coltura all’attività agro-pastorale, inclusa l’apicultura).

Di conseguenza l’impianto sarà caratterizzato da uno spazio maggiore sia tra i moduli, che tra i moduli e il terreno, consentendo la continuazione dell’attività agricola. Naturalmente, non tutte le colture si adattano alla presenza degli impianti fotovoltaici, perciò bisognerà implementare questi sistemi solo in combinazione con colture adeguate.

Parlare di Agrovoltaico non significa però limitarsi a trattare di un impianto con moduli distanziati e sollevati da terra.

Bisogna parlare di un approccio che vede nei sistemi fotovoltaici non solo degli oggetti sovrapposti al paesaggio, ma un sistema che è possibile disegnare in funzione degli obiettivi di qualità legati al paesaggio e in cui i proprietari del terreno agricolo e i gestori dei servizi elettrici collaborano affinché entrambi possano trarne un beneficio.

Integrare un impianto fotovoltaico con il paesaggio agrario, prevede un vero e proprio progetto, che ogni volta si differenzia e può variare in base alle caratteristiche del sito e alla tipologia di coltura. Ogni impianto è modulabile e si adatta alle esigenze del territorio.

c. Intervento AgroSolare (fotovoltaico sui tetti di fabbricati agricoli esistenti)

Si tratta della realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, escludendo totalmente il consumo di suolo. Maggiori dettagli di seguito nell’articolo.

La Classificazione dei sistemi Agro-Fotovoltaici

Agrovoltaico Elevato

I sistemi agro-fotovoltaici elevati sono impianti rialzati sotto i quali si può svolgere attività agricola e pastorale, con possibilità di agevole passaggio delle macchine agricole. Questi sistemi sono dotati di strutture fisse o a inseguimento solare, con altezza minima dal suolo di 2,2 mt (ma in genere altezze di 3-4 mt sono da ritenere preferibili). Questa tipologia permette di proteggere le colture dagli agenti atmosferici estremi e di creare un microclima più fresco in estate e più temperato in inverno con benefici per le colture e l’allevamento. Il tema è molto ampio ed estremamente tecnico, in quanto ogni specifica coltura e terreno reagisce diversamente alla presenza dei pannelli e allo sviluppo degli ombreggiamenti durante il giorno e durante l’anno. Per questo motivo una dettagliata analisi agronomica e geologica è la condizione necessaria per approcciare un sistema agrivoltaico efficace.

Agrovoltaico Interfilare

Si tratta di una tipologia di impianto in cui i moduli non sono sopraelevati, per cui la coltivazione agricola ha luogo tra le file dell’impianto (fanno parte di questa categoria di impianti anche i moduli bifacciali posti verticalmente).

Questi sistemi possono essere progettati per agevolare lo svolgimento dell’attività agricola, intervallando più file di terreno libere a meno file occupate dai pannelli fotovoltaici. Un aspetto fondamentale è il continuo monitoraggio dei progetti in termini di impatto sull’attività agricola, con l’obiettivo di ottimizzare e massimizzare le ricadute positive, anche attraverso l’utilizzo di tecnologie digitali di precisione.

Configurazioni dell’Agrovoltaico

Per quanto riguarda le configurazioni dell’agrovoltaico, è necessario fare riferimento alle linee guida di CREA e GSE per aspetti e requisiti che i sistemi agrovoltaici devono rispettare, al fine di rispondere alla finalità generale per cui sono realizzati, comprese quelle derivanti dal quadro normativo attuale in materia di incentivi:

Le riassumiamo qui:

1) Il sistema è progettato e realizzato in modo da consentire l’integrazione fra attività agricola e produzione elettrica, valorizza il potenziale produttivo di entrambi i settori senza compromettere la continuità dell’attività agricola e/o pastorale. Richiede un monitoraggio, durante la vita dell’impianto FV, che consiste nel tracciare e quantificare la resa della coltivazione e il mantenimento dell’indirizzo produttivo (requisito A, B e D.2);

2) al punto 1 va aggiunto il fatto che l’impianto agrovoltaico deve adottare soluzioni integrate innovative con moduli elevati da terra e monitorare anche il risparmio idrico (requisito A, B e D).

Ciò classifica l’impianto come meritevole dell’accesso agli incentivi statali a valere sulle tariffe elettriche (solo sull’energia immessa in rete);

3) al punto 1 e 2 va aggiunta la verifica del recupero della fertilità del suolo, del microclima e la resilienza ai cambiamenti climatici. (requisito A, B e D ed E).

Ciò classifica l’impianto accessibile ai bandi della Missione 2, Componente 2, Investimento 1.1 “Sviluppo del sistema agrivoltaico”, come previsto dall’articolo 12, comma 1, lettera f) del decreto legislativo n. 199 del 2021, potranno essere definiti ulteriori criteri; l’argomento è in fase di consultazione. (incentivi sull’energia immessa in rete + 40% a fondo perduto solo all’agricoltore o all’associazione di agricoltori/ ATI). 

c. Intervento Agrosolare e incentivi per fotovoltaico sui tetti agricoli

Per Intervento Agrosolare si intende l’installazione di pannelli fotovoltaici sulle coperture degli edifici ad uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale. Tra le tipologie di parco agrisolare possiamo citare gli impianti fotovoltaici sui tetti dei depositi agricoli o dei magazzini attrezzi e di stoccaggio, il fotovoltaico sulle coperture delle serre (ove possibile) o sui tetti delle stalle, l’installazione di pannelli solari su strutture da riconvertire presenti nelle aree agricole o su eventuali impianti di trasformazione agroalimentare. Tutto questo può sempre contribuire a massimizzare l’autoconsumo elettrico nelle aziende agricole e abbattere il costo delle bollette.

Per quanto riguarda gli Incentivi per il Parco Agrisolare, il decreto destina 1 miliardo e mezzo di fondi fino al 2026 per sostenere fino al 70% della spesa gli investimenti per la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica in ambito agricolo, grazie ai finanziamenti del PNRR come già noto con la firma del 25 marzo 2022 dal Ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, puntando a raggiungere l’installazione di pannelli fotovoltaici su una superficie complessiva pari a 4,3 milioni di mq per 0,43 GW, e contribuendo così ad aumentare la sostenibilità e l’efficienza energetica del settore. Il Decreto del MIPAAF è stato poi pubblicato nella GU del 28 giugno 2022 e le domande di accesso agli incentivi potranno essere presentate dalle ore 12:00:00 del giorno 27 settembre 2022 e fino alle ore 12:00:00 del giorno 27 ottobre 2022, attraverso il portale messo a disposizione dal GSE e accessibile dall’Area Clienti.

In riferimento al regolamento operativo per accedere agli incentivi previsti dal bando Agrisolare e pubblicato sul sito del GSE, Italia Solare ha messo a punto una presentazione riassuntiva scaricabile a questo link.

Gli interventi ammessi all’agevolazione e ai contributi per i parchi agrisolari sono l’acquisto e posa in opera di pannelli fotovoltaici con potenza di picco non inferiore a 6 kWp e non superiore a 500 kWp, congiuntamente all’esecuzione (facoltativa) di uno o più interventi come:

  • rimozione e smaltimento amianto dai tetti
  • isolamento termico dei tetti
  • realizzazione di sistemi d’areazione e sostituzione dei tetti (intercapedini d’aria)

Per tutti gli interventi sono ammissibili le spese di progettazione, asseverazioni ed altre spese professionali, comprese quelle relative alla elaborazione e presentazione dell’istanza, direzione lavori e collaudi, se prestate da soggetti esterni.

Beneficiari della misura sui parchi agrisolari:

    • imprenditori agricoli, in forma individuale o societaria;
    • imprese agroindustriali, in possesso di codice ATECO che sarà precisato nel Bando;
    • le cooperative agricole che svolgono attività di cui all’articolo 2135 del codice civile e le cooperative o loro consorzi di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 18 maggio 2001 n. 228.

Spese ammissibili e massimali per la realizzazione di impianti fotovoltaici:

    • acquisto e posa di moduli fotovoltaici, inverter, software di gestione, ulteriori componenti di impianto;
    • sistemi di accumulo;
    • fornitura e messa in opera dei materiali necessari alla realizzazione degli interventi;
    • costi di connessione alla rete;
    • fino a un limite massimo di euro 1.500,00/kWp per l’installazione dei pannelli fotovoltaici, anche in considerazione delle dimensioni complessive dell’impianto da realizzare e delle correlate economie di scala, e fino ad ulteriori euro 1.000,00/kWh ove siano installati anche sistemi di accumulo. In ogni caso, il contributo complessivo corrisposto per i sistemi di accumulo non può eccedere euro 50.000,00.

Qualora siano installate colonnine di ricarica elettrica per la mobilità sostenibile e per le macchine agricole, potrà essere riconosciuta, in aggiunta ai massimali su indicati, una spesa fino ad un limite massimo ammissibile pari a euro 1.000,00/kW, secondo gli importi dettagliatamente individuati nel bando.

Per la rimozione e smaltimento dell’amianto e l’esecuzione di interventi di realizzazione o miglioramento dell’isolamento termico e della coibentazione dei tetti e/o di realizzazione di un sistema di aerazione connesso alla sostituzione del tetto (intercapedine d’aria) le spese ammissibili riguardano la demolizione e ricostruzione delle coperture e fornitura e messa in opera dei materiali necessari alla realizzazione degli interventi, fino ad un limite massimo ammissibile di euro 700,00/kWp.

La spesa massima ammissibile per singolo progetto è pari a euro 750.000,00, nel limite massimo di euro 1.000.000 per singolo soggetto beneficiario.

Dovrà essere garantita comunque la realizzazione, collaudo e rendicontazione degli interventi entro il 30 giugno 2026.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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